lunedì 25 giugno 2012

Ospitalità


Immersi nel verde in una villa seicentesca sulla collina di Torino... si, peccato che il giardino e la villa avrei potuto godermeli dopo le quattro di notte. Altro giro altra corsa, cioè altro servizio ad un catering. Per il giorno dopo almeno la prospettiva era una grigliata in piscina con amici.

Quindici ore di lavoro, tre di sonno. "Iolanda se faccio il morto in acqua, ogni tanto controlla che non sia morta davvero!"


Giornata bellissima, ben accette anche un po' di nuvolette.

La cosa più bella? L'ospitalità. Quando arrivi in casa altrui e dopo un minuto sei completamente a tuo agio, significa che l'atmosfera è talmente rilassata ed accogliente che non lascia spazio a nessun vizio di forma. Significa che le persone che ti hanno accolto hanno l'innata e fantastica dote dell'ospitalità.

Non è qualcosa che si può pianificare, si può essere gentili, affabili, ma se non è qualcosa di assolutamente privo di formalità non restituirà mai quel senso bello di naturalezza.

Da metà pomeriggio, da otto diventiamo undici (come i Gremlins che se li bagni si sdoppiano) perchè ci raggiungono mamma e sorella (con marito) del padrone di casa.

Una famiglia su cui si dovrebbe investire per una ricerca sui geni dell'eterna giovinezza! Ognuno che dimostra almeno dieci anni di meno di quelli che ha, soprattutto nella freschezza mentale.

Per cena ci si inventa una pasta con le cozze e gli zucchini dell'orto del vicino. Adoro le padelle giganti, sinonimo di cibo e compagnia, connubio perfetto!


Aspettiamo che cali il sole per piazzarci davanti allo schermo per vedere la partita. Niente tuffo di mezzanotte per festeggiare il sofferto risultato, solo caldi abbracci per salutarci.

 (Antonio però la prossima volta dobbiamo eliminare
il cappottino di peluria sulla schiena!)


Nessun commento:

Posta un commento