Reggia di Diana

Avrò calpestato il suolo della Reggia di Venaria almeno dodici volte, ma quasi sicuramente ce ne saranno almeno altre dodici. 

Ieri ho accompagnato due amici che non c'erano mai stati. Sono contenta quando posso condividere qualcosa che per me è molto bello con le persone a cui tengo.

Con la Reggia è stato amore a prima vista già quindici anni fa, quando non era certo quella di oggi.

Praticamente tutto ancora da sistemare, restaurare, ristrutturare, recuperare, eppure era già fortissimo l'impatto immaginifico che questa struttura bellissima sapeva evocare.

Quando qualcosa è una meraviglia è come se avesse un'aura che si percepisce prima con il cuore che con gli occhi.

Era un'emozione ritornarci e vedere come stava rifiorendo, sembrava davvero di sentirla tornare a respirare man mano che si scrollava di dosso la polvere.

Essendo una reggia di caccia c'è anche quel nome così familiare che risuona ovunque... era destino che per me fosse un luogo speciale!

La "mia" reggia... tra i giardini scorrazzerebbero caprioli, Snoopyx, i pony Falabella, nel punto più alto del tetto ci sarebbe una statua di un gatto rampante e insieme agli affreschi della caccia al cervo, sulle pareti libere ci sarebbero quelli della caccia alle mosche e ai topini di pezza di Kili e Brici.

Che peccato che l'UNESCO non mi nomini custode ufficiale della reggia, vero? Presenterò domanda con le mie proposte di migliorie.

La Galleria Grande non la toccherei, perfetta così com'è.

Così tanto da farti contemporaneamente alzare gli occhi al cielo e guardare verso l'infinito.