Sono andata a vedere Man In Black3 in cui c'era un viaggio nel tempo. Sono tornata anch'io indietro di quasi un anno... Ho riletto il primo post che ho scritto...
Il primo. La prima sensazione da quando ho messo in piedi il blog che richiedeva dentro di me di essere scritta.
Tante volte mi sono ritrovata a litigare con Diana perché è così geneticamente testarda nel non lasciare andare un suo raccolto che stenta a dare frutti.
Il problema è che io non sono una brava contadina che anno dopo anno, stagione dopo stagione, cerca e trova nuovi semi da seminare, mettendo in conto che se verrà una grandinata non bisogna abbattersi, ma pensare già al raccolto successivo.
Io sono una studiosa che insegue la ricerca che le appassiona i pensieri e si butta anima e corpo in essa.
E quando attecchisce un seme, su un terreno che sa essere allo stesso tempo il più arido e inospitale per talune piante, quanto il più fertile e accogliente per rarissime altre, quando quel seme germoglia, diventa lui stesso linfa per quel terreno suo e di nessun altra pianta.
Quando scaturisce una vita unica, possibile che la Natura si sia sbagliata? Che quel seme impoverirà il terreno invece di arricchirlo? Leonardo guardava alla Natura come alla cosa più perfetta e sacra, a lei bisognava guardare per imparare.
Infatti non voglio credere che essa sbagli. Forse se sembra che sia nato un errore, è solo per permettere a qualcos'altro di migliore di nascere.
L'attesa, 18\09\2011: Nell'attesa, essenzialmente, si entra in contatto con la propria speranza che è l'unico vero motore. Ciò che veramente si attende parla di luce e di domani, il resto non lo si attende, ce ne si vorrebbe allontanare. Nessuno vuole andare verso il buio, nessuno attende qualcosa che gli è indifferente. Per questo l'attesa ci parla di futuro, del futuro che vorremmo. Nell'attesa nasce il seme da cui poter germogliare noi stessi.
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