Ultimamente le mie decisioni d'azione avvengono all'ultimissimo minuto.
Una corsa per arrivare a prendere il treno,slalom tra le persone,scarti velocissimi.
Era tanto che non facevo una corsa al massimo delle mie possibilità.Una volta,prima di avere le ginocchia di una settantenne, andavo tutti i giorni a correre.
Quando corri, per superare la fatica,ti concentri sul rumore dei piedi sulla strada,del respiro,del battito.Non puoi sentire altro,non ce la fai,nemmeno i pensieri.
Quando la corsa è al termine, fai un ultimo allungo con la riserva di energie e ti senti bene,senti il tuo corpo che è una macchina straordinaria.
È brutto rendersi conto di non riuscire più a fare qualcosa,ci si sente deboli, come traditi dal proprio corpo, lo si detesta addirittura, ma chissà quante volte lui è stato bistrattato ingiustamente nei suoi ritmi armonici ed elementari.
Niente é dovuto.
Stamattina le ginocchia sono tornate amiche fidate, come se avessi ancora menischi, legamenti, cartilagine intatti. Nemmeno un piccolo fastidio,una defaiance nei cambi repentini di direzione.
Mi sono accorta che mentre correvo avevo i tratti del viso completamente distesi, e non crucciati come spesso li scopro senza accorgermene prima. Per quei dieci minuti a perdifiato mi sono sentita libera.
Mi sono gettata su un sedile, con la sensazione di essere il mio torace, perchè tutto il corpo era immobile e c'era solo lui che si alzava ed abbassava in modo intensamente palpabile.
Due ragazzi, lei sulla banchina lui in carrozza, si sono salutati in silenzio, finchè il treno non era troppo lontano per riuscire ancora a vedersi.
Solo guardandosi e facendosi entrambi uno stesso gesto col pugno chiuso vicino alle labbra.
Mi sono venuti gli occhi lucidi.
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