martedì 15 maggio 2012

Animaletti e dintorni



Il lunedi è diventato il giorno delle gite! Questa volta niente di nudo, ma tanti animaletti pelosi!



Parc Animalier d'Introd. Camosci, marmotte, rapaci, caprioli, cinghiali, cervi, stambecchi, lepri, anfibi, pesci e il sentiero delle orme.



Lì si dovrebbe sentire la voce del bosco..., ma? Io ho solo sentito la voce dell'omino del cervello che mi diceva:  fino in Valle d'Aosta dovevi portarmi per sgranchirmi le gambe? Non era uguale il bosco di tuo nonno Bertu?!

Sicuramente per gestire un parco, per grande o piccolo che sia, ma soprattutto per gestire gli animali in modo che possano condurre una vita degna, occorrono molte risorse, da quelle economiche a quelle umane, e non metto in dubbio che qui ci siano.
(Ho un' insana passione per le foto "trompe l'oeil")
Ma ho deciso che a meno che non si tratti di:
un parco di recupero per gli animali feriti, o di ripopolamento, o di qualsiasi altra cosa necessaria per la loro vita; 
o comunque di una riserva recintata, ma in cui devo stare anche appostata ore, o camminare Km per riuscire a vedere un animale che vive davvero libero,
non andrò più in nessuna realtà che prevede delle gabbie.

Tutti gli esseri viventi costretti in uno spazio esiguo fanno provare una tristezza infinita, ma gli uccelli...

Come si fa a dare uno spazio adeguato ad un uccello? Alle ali?

C'era un pulcino di Gufo Reale a cui la mamma stava esaminando la testa col becco, per pulirlo, e lui stava li fermo e beato, col suo spuntino tra gli artiglietti (un topo).
Vaglielo a spiegare senza lacrime agli occhi che la vita non è tutta lì!


(Quel piumino indistinto dietro la gufa è il piccolino, si chiama Uffa)

Usciamo con la malinconia nel cuore e andiamo a fare una passeggiata nel verde speranza.


Un po' di esercizio corroborante e poi ci dirigiamo ad Aosta a vedere la mostra su Giorgio de Chirico "Il labirinto dei sogni e delle idee".


La corrente della Metafisica e poi quella del Surrealismo mi affascinano. Sono banditi il buon senso e la logica, e in questo caso è qualcosa di pacifico, perchè sembra solo di trovarsi di fronte all'opera ingenua della mente di un bambino.

Io adoro Mirò, e in de Chirico mi piacciono i colori e le forme piene, le prospettive diverse che irrealmente coesistono, le linee guida o morbide o dritte. Il bello è che non c'è frattura, tutto è comunque e sempre scorrevole.

C'è anche una piccola stanza dedicata a Innocenzo Manzetti, inventore di Aosta nato nell'800. Una mente creativa e versatile capace di creare un esemplare straordinario di automa che suonava un flauto traverso di legno.

Non è più completo purtroppo, ma è bellissimo.  Acciaio, ferro, ottone, legno di noce, caucciù e pelle di camoscio. Occhi di avorio che potevano ruotare nelle quattro direzioni e anche una lingua che si muoveva sincronicamente alle emissioni di aria per suonare.

Avete visto il film Hugo Cabret? Ecco, quell'automa esiste davvero, chissà che non abbiano preso spunto.


Buona giornata a chi sa inventare cose e parole che stregano.

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