venerdì 30 marzo 2012

Profumo di mare

Spiaggia pressoché deserta. Una leggera brezza che non tocca il corpo disteso.

In costume a fine marzo. Solo il rumore delle onde che sostituisce il rumore cittadino. Una coccola da assaporare lenta,come il tempo che si ferma.

Parole che lasciano la loro impronta inconfondibile sul lungomare dei pensieri.
Pelle calda e ambrata, una camicia leggera, jeans risvoltati sopra le caviglie,piedi nudi imperlati di granelli di sabbia.

E naufragar m'è dolce in questo mare.

Funiculì funiculà

Destinazione Napoli. Anche se è solo per 1 giorno e mezzo, ho l'impressione che mi sembreranno giorni eterni. Diciamo che non è proprio un viaggio di piacere.

Partenza alle 5 da casa. Se, normalmente, per svegliarmi presto, inveisco pure contro tutti i santi del Paradiso e me ne invento anche di immaginari per non essere troppo blasfema e continuare ad inveire, questa volta sono in piedi prima che suoni la sveglia.

Sono le cinque e due minuti e chiamo Elvio (che mi accompagna all'aeroporto) per "sgridarlo", io, per una volta, che non è puntuale, se non in anticipo, come suo solito.

Devo ammettere che comunque mi piace sempre partire quando non è ancora chiaro, allontanarmi dalla città che dorme, senza svegliarla. Caselle è buio, se non per le lucine che illuminano la pista. Sembra una fiaccolata, immagine romantica, sospiro...

Posteggiamo. Elvio mi prende il trolley e me lo porta per un tratto sollevandolo, invece di trascinarlo. Ringrazio, la stanchezza mista alla scarsa propensione per questo viaggio mi renderebbe il rumore alquanto insopportabile.

Una buona colazione riesce sempre ad ammorbidirmi, un pochino, anche un'inizio di giornata amaro; e infatti, come al solito, quando mi alzo, la mia postazione sembra quella di quattro bambini di tre anni messi insieme: tutta briciole e macchioline.

Conoscendo il tipo, indico con estrema precisione alla persona che sto accompagnando, dov'è il bagno. Invece non imbrocca subito la porta antipanico?! Scatta l'allarme. Apposto siamo! Iniziamo bene! Ancora addolcita dalla marmellata della brioche, non mi rimane che sorridere scuotendo la testa e scrivermi l'appunto di comprare un cornetto portafortuna alto 1 metro, appena atterrati!

Il mondo è piccolo. Mentre sto entrando nell'area passeggeri noto un viso conosciuto. Non sono sicurissima che sia lei, lei sorride sempre, invece aveva l'aria cupa. Va beh, al massimo farò finta di salutare una persona invisibile nella sua direzione, in lontananza.

"Annì!" (è la mia parrucchiera - post Specchio delle mie brame). Mi riconosce e mi viene incontro. Sta imbarcando per il Perù suo fratello, ecco perchè lo sguardo triste. "Allora ciao ci vediamo presto così ravviviamo un po', perchè sono spenti" (sta parlando dei miei capelli). 

Eh no Annì! Per l'umore che ho stamattina, già tanto che non mi siano diventati lisci da soli! Non stiamo a spaccare il capello! (ho visto che ho un lettore in Gran Bretagna, questa battuta è per lui\lei).

Ci imbarchiamo. Mi metto in fondo alla fila sulla scaletta, mi piace potermi soffermare a dare un ultimo sguardo. Sulla carlinga dell'aereo c'è scritto: it's nice to fly with friend again. Apposto2 siamo! Un viaggio simile l'anno scorso è stato il peggiore dei miei incubi.

Il decollo. Ha sempre un qualcosa di affascinante. E' come quando ci si innamora.

Si ha un senso di eccitazione mista a un pizzico di paura, si sentono le farfalle nello stomaco mentre ci si solleva da terra. Quando si è in alto e si è raggiunta stabilmente la quota, ci si può permettere di rilassarsi un pochino. Magari schiacciare anche un pisolino, ma viene la voglia di riaprire costantemente gli occhi perchè ciò che si vede da lassù stupisce e appare sempre bellissimo.

Arrivo. Il tassista che ci accompagna all'albergo si ciuppa una caramella e ci chiede se ne vogliamo, è l'ultima. Rispondo: "si, si, grazie. Lo so che sperava rispondessi di no, ma purtroppo si è imbattuto in una caramellofila compulsiva!". Procediamo zigzagando a tutta velocità, rasenti alle altre auto manco fossimo Valentino Rossi in sorpasso. Mi spiego la funzione dei 3 rosari appesi allo specchietto retrovisore!

Altro giro, altra corsa. Qualche ora dopo, rieccoci su un taxi. Rimango sola col pomeriggio da occupare. Chiedo consiglio al tassista che mi sembra onesto e amichevole e lui mi dice che con i mezzi pubblici è difficile muoversi perchè Napoli è tutta un cantiere per l'imminente regata velica, inoltre l'unica meta a cui avevo pensato di mercoledì è chiusa. Apposto3!

Vede la lacrima da cartone giapponese e mi dice che se voglio mi accompagna lui a fare un giro. I criceti salgono sulla ruota del mio cervello e rispondo che va bene. Terrò bene d'occhio il tassametro. "Dammi del tu, io sono Enzo".

Azz, Napoli come Bangkok: un caos di traffico pazzesco, ed è sempre così mi dice lui. Passiamo di fronte alla chiesa del Gesù e ci fermiamo poi alla Cattedrale, quella del miracolo del sangue di S.Gennaro. "Qui entriamo un attimo e ti faccio vedere dentro perchè è bellissima". E' proprio bellissima. Da stare letteralmente col naso all'insù ad ammirare il soffitto a cassettoni decorato con splendidi dipinti.

Quando usciamo Enzo mi indica la portiera anteriore: " Ti faccio venire davanti sennò mi sembra di fare il taxi!". Imponente il Maschio Angioino, immensa Piazza del Plebiscito, elegante il teatro S.Carlo. Rotta per Mergellina e Posillipo "ma prima ti porto in un posto dove devi assaggiare una cosa. A Napoli 3 cose ci stanno belle: 'o mare, 'o sole e le sfogliatelle!".

Mi offre un caffè e una goduria di sfogliatella,bontà!
Mi gusto Napoli e il golfo dall'alto, ho trovato uno che parla ancora più di me, ma è un bene, oggi avevo bisogno di non essere on my own. E' contento che il giro mi piaccia perchè "sei proprio una brava guagliona!". E' gentile, mi scorta al bancomat ("Non preoccuparti, con me stai sicura!") e mi apre sempre la portiera, anche lui è un bravo guaglione!

Frena e tende il braccio davanti al mio torace, a "protezione". "Ah Enzo! tenimm 'e mani sul volante, che sò bbrava, ma te cionco le braccine!". "Brava e pure che sa 'o fatto suo, sei da sposare!". "Beh allora se non trovo proprio nessuno, ti vengo poi a cercare!". "Anche un po' stronza! Bello!". "Guarda che se vuoi posso esserlo molto di più!". Se continuassi a stare al gioco potremmo andare avanti un'ora.

Ops, in borsa non trovo più le chiavi dell'albergo. Mi agito. "Eppure le avevo in mano uscendo, ne sono sicura!" "Ma sicura sicura? Non è che le hai lasciate là?"  "Ti dico di no! (sono molto abbattuta perchè queste cose, a dir la verità, mi capitano spesso, ma quando ho la testa altrove mi ricordano il motivo per cui ho la testa altrove e la mia sbadataggine oltre al danno aggiunge la beffa) Uffa ma perchè per 'ste cose ho proprio una testa di gazzo?! Eppure devono essere qui in macchina, le avevo in mano ti dico, quello me lo ricordo perfettamente!". Cerchiamo ovunque sul taxi, anche sotto i tappetini, nonostante il portachiavi grosso come un melone dovrebbe vedersi subito se ci fosse.

"Fammi la cortesia, chiama in albergo e chiedi, così lo escludi del tutto". Chiamo. Il concierge superefficiente risponde con voce suadente che la mia chiave è appesa alle sue spalle. "Enzo scusa una domanda: è contrario alla politica dell'azienda menare le clienti vero?!"

Fine del mio budget, mi faccio riportare in albergo. Enzo mi lascia il suo numero perchè l'indomani ci vuole accompagnare lui in aeroporto e la mattina, se voglio, gli piacerebbe portarmi a vedere Caserta. "Quella a te piace di sicuro! La tariffa fin là è 70, ma per te faccio la metà". "Lo immagino che sia meravigliosa e io ho una vera passione per le regge e i palazzi reali, sai? Sei caro, ma domani mattina la mia logistica è complicata, invece per l'aeroporto va benissimo ti ringrazio, anche per oggi".

La mattina dopo, vado giusto a farmi una passeggiata in solitaria nel bel parco di Capodimonte. Probabilmente è un imprinting dell'infanzia trascorsa dai miei nonni in Langa, ma niente mi tranquillizza quanto passeggiare in un bosco, nè il mare, nè la montagna, solo il verde e l'aria fresca sotto le piante.

Ultimamente mi sto spostando sovente. Più, o meno lontano. C'è, da una parte, la curiosità del nuovo viaggio, dall'altra un compagno che purtroppo riesce sempre a infilarsi in valigia, e seguirmi.
E' quel senso di malinconia che prende quando si avverte che manca qualcosa. E mi piacerebbe fosse solo la mancanza dei miei mici adorati che lascio a casa.



martedì 27 marzo 2012

5 minuti che sennò si asciuga il colore!

Qualche tempo fa sono stata alla mostra su Leonardo. Le sue opere erano frammiste ad altre dei suoi allievi, il celebre autoritratto del viso vicino allo stesso viso disegnato per mano altrui.

La grandezza di Leonardo per me?
La capacità di rendere, con una facilità sconcertante, in pochi veloci tratti, il mondo.

Si percepisce la sua mano veloce, forse non quanto la velocità dei pensieri, delle idee. La necessità di mettere su carta per fare un po' di spazio in una mente vulcanica, perennemente in eruttazione.

Tutti i suoi disegni hanno una forza comunicativa enorme, ma quello che mi fa trasalire è vedere che l'artista è riuscito a disegnare degli occhi che a guardarli ti portano dentro l'anima della persona ritratta. Credo che sia la cosa più straordinaria e più difficile da realizzare.

In questa luce, a confrontare il suo autoritratto con gli altri, questi ultimi non possono far altro che inchinarsi di fronte alla sublimità.

Pochi giorni dopo ero a casa della mia amica Iolanda (la stessa del post Brigitte Bardot) e appeso nell'antibagno (si, perchè in una casa non banale deve stupire che le cose siano nel posto dove normalmente ce le si aspetterebbe) ho notato un quadro che mi ha catturato.

Un viso, matita rosso aranciato, pochi tratti, e, soprattutto, gli occhi vividi.

Iolanda mi ha visto osservarlo e mi ha detto che lo aveva fatto un suo amico che è un pittore torinese affermato. Alberto Lanteri. "Mi piacerebbe fartelo conoscere" "Piacerebbe tantissimo a me conoscerlo!"

Sabato scorso, con il sole tenero tenero, mattinata di relax insieme a Iole. Un abitino scandisce il mio nome e non posso non acquistarlo, mi comunica un senso di sorriso e primavera, che è ciò di cui ho bisogno. "Siamo vicine a casa di Alberto, dai lo chiamo, così se c'è passiamo a salutarlo!"

C'è e risponde senza indugio: "Si si, venite pure, però ho solo 5 minuti perchè sennò si asciuga il colore!"
Non saprei descrivere la casa, sono entrata in più stanze, ma non sono riuscita a focalizzarmi su nessun particolare d'arredamento, perchè le decine di quadri,quadri, quadri, appesi ovunque, non mi hanno permesso di abbassare lo sguardo. Caleidoscopica visione!

L'unica cosa che ricordo benissimo è il tavolone ricoperto da un tappeto di pennelli di ogni genere, viene voglia di sfiorarne le setole come i fili d'erba di un prato.

I colori sono brillanti, i disegni e le immagini mi trasportano in un'atmosfera gioiosa, spensierata, di totale leggerezza. Sembra l'opera di un bimbo felice, apparentemente semplice, ma ricca di rimandi e particolari, mi ricorda quella di Mirò e Kandinsky. E infatti, così come a cospetto dei loro quadri, non riesco a smettere di sorridere.

Ci dice che a breve esporrà a San Pietroburgo, con la stessa tranquillità con cui io potrei dire: dopo vado a fare la spesa al Carrefour. Sono entrata in punta di piedi e in brevissimo tempo questa totale assenza di esibizionismo, o affettazione, mi ha fatto sentire completamente a mio agio.

Usciamo. Spero sia stato un arrivederci! Magari la prossima volta indosso il vestito che ho comprato, si sposa bene con lo spirito che ho respirato!










lunedì 26 marzo 2012

Evviva gli sposi!

Un brindisi, anche letterario, agli sposi Manuela e Christian!

Appuntamento per colazione con quelli della Leva (cos'è la Leva? In quel di Albalandia e dintorni, per i 18 anni è consuetudine che gli amici nati nello stesso anno, si dìano alla pazza gioia per qualche settimana e infine offrano una festa pubblica per celebrare il loro sweet eighteen).

E' sempre un piacere rivederli, per me si tratta di una o due volte l'anno, ma come dire, l'humus da cui siamo cresciuti è lo stesso, e rincontrarsi, è una gioia. C'è una complicità autentica e soprattutto grandi risate!

Poi in occasione del matrimonio di uno di noi, maschietti e femminucce siamo tutti stirati e cotonati e, a guardarci, non si può pensare altro che siamo davvero carini tutti insieme!

Anzi, Silvio, che quando mi vedi mi accogli sempre con un bell'abbraccio e che, anche se avessi la lebbra, mi dici con un tuo francesismo: sei proprio figa!, grazie per la tua entusiastica freschezza e sappi che sei eletto manutentore ufficiale della mia autostima!

Giochiamo due cedole del Superenalotto (ricordiamoci che una ce l'ho io e l'altra Luca ..., facciamoci due domande se lo vediamo arrivare in Ferrari e si giustifica che è il premio di Ingegnere dell'anno per aver progettato il ponte sullo stretto di Messina!),e ci sparpagliamo nelle varie macchine, con me Beatrice.

Passano gli anni, ma le cose belle rimangono! Bea conserva l'animo da chioccia e oltre ad essersi portata il cappotto in lana d'alpaca perchè anche se siamo quasi ad Aprile non si sa mai, ha pure una borsa gigante da Mary Poppins perchè conosce la mia scarsa propensione per la logistica e ha immaginato che non mi fossi adeguatamente attrezzata per avere dove mettere il mio indispensabile corredo di oggettistica.

Che cara! (Ti voglio bene e te ne volevo anche quando alle superiori, durante le ore di Filosofia, il prof. girava tra i banchi durante la spiegazione e Paola ed io, a tua insaputa, mettevamo per terra il tuo "bellissimo" cappello di ciniglia e attaccavamo, sul davanti del tuo banco, un cartello con la scritta: Aiutatemi, ho bisogno di soldi per comprarmi la tinta per i capelli). Grazie anche a te, sto ridendo tantissimo!

Arriviamo alla chiesa, però non vediamo nessuno davanti. Un messo papale ci informa che, dato che siamo in Quaresima, il sacerdote ha preteso la massima puntualità, matrimonio alle 11 spaccate, sposa entrata in anticipo, possibilmente gioire con mestizia e festeggiare con una punta di contrizione! Beh, almeno sono vestita di viola!

Entriamo quatti quatti e ci sistemiamo in un punto da cui, al massimo, riusciamo a vedere la pettinatura di Manu. Non rimane che concentrarsi sulla predica. A sentire il tono della voce del prete, vien voglia di prescrivergli degli integratori perchè si tiri un po' su, ma le parole sono molto sensate e addirittura moderne!

Dice che non vuole che le persone rinuncino al matrimonio per paura che finisca male e di non poter più tornare indietro. Ci si deve sposare, ma quando non dovesse proprio più funzionare non è un peccato dividersi per darsi un'altra possibilità di essere felici. Sognare di passare la vita insieme ad un'altra persona non è pensare a cose fantascientifiche, è la realtà di pensare di farcela insieme. Sapere prendersi per mano.

Aggiunge: "Se devo darvi una definizione di amore, è: amare significa gioire che l'altro gioisca. Lasciate che i morti seppelliscano i morti, chi non capisce cos'è donare sia lasciato da solo". Ipse dixit.

Uno sbarluccichio richiama il mio sguardo, in mezzo a tanti completi maschili c'è n'è uno con la giacca decorata con ricami e pietre azzurre da far invidia a un rodeo texano e gilet in verde acqua abbinato! Bravo lui! Non è la linea di Pignatelli, ma almeno è uno che osa! Ci sarà tempo al pranzo per scoprire se è un souvenir indiano, o l'opera di un sarto nostrano con la cataratta!

Finalmente gli sposi possono fare il bagno di pubblico e di riso. Lei è bellissima nel suo vestito da principessa con la gonna larghissima, lontano dai miei gusti più "fluidi", ma perfetto per lei. Lo stesso faccino d'angelo dei diciott'anni, pulito e innocente, e, soprattutto, il miglior make up per il viso di una sposa: la felicità radiosa.

Ci avviciniamo per salutarla e vedendo che il corpetto è del modello: altamente performante anche se il seno è stato scordato a casa, la bacio e le dico: "Manu scusa, ma è anche antiproiettile?". Ride, lei è fantasticamente non ingessata e, per chi mi conosce, questo è il mio marchio di fabbrica per comunicare: sei una persona che mi piace, è un piacere vederti sorridere.

I novelli sposini si avviano al servizio fotografico e, noi invitati, al buffet di aperitivo in mezzo alle colline. Strada facendo passo davanti a un negozio che espone: offerta viole, primule e insalata! E' di buon auspicio per il banchetto, bel posto e buon cibo.

Che dissipazione di energie intrattenere interessanti conversazioni, dovendo però allo stesso tempo, ricorrere allo strabismo di Venere per adocchiare il cibo che viene portato, e spintonare (con grazia, non valgono i gomiti) per farsi largo fino ai tavoli a sanare il buco allo stomaco e la salivazione da bulldog!

Non sarebbe meglio prendere un numeretto, come dal salumiere? Chi ha il numero chiamato può concentrarsi in tranquillità, solo sui suggerimenti delle proprie papille gustative, e rinfoderare la mano ad artiglio che si insinua tra gli incavi corporei altrui per carpire l'ultimo foie gras; e chi è in coda può calcolare i tempi per organizzare la cordata verso il bagno! 

Arrivano Manu e Christian e ci dirigiamo alla piantina dei tavoli. Quello a cui sono seduta si chiama Madagascar, anche se Paolo, quello del gilet da mille e una notte, lo ribattezza "il tavolo dell'8 marzo" dato che siamo tutte donne.

sabato 24 marzo 2012

Ti va un cinemìno?

Ma è successo qualcosa a Torino e io non l'ho saputo? C'è stato un coprifuoco improvviso? C'era già l'ora legale e quest'anno gli orologi andavano spostati avanti non di un'ora ma di sei?? 

Ma comunque, dieci minuti prima dell'inizio del film il cinema era così: completamente vuoto,solo noi, il che per la verità, essendo una cosa atipica, è stato anche carino. Peccato non aver portato un monopattino con cui scorrazzare davanti allo schermo! E poi finalmente non avrei dovuto zittirmi da sola rendendomi conto che i miei commenti impellenti durante tutto il film potevano non essere graditi a chi era con me, figuriamoci al resto della platea! Potevo anche andare a commentare un po' più in là senza disturbare!

Lancio la giacca, per tenere il posto.., ma provo anche altre sistemazioni. Quando si può scegliere è un peccato fossilizzarsi sull'idea iniziale senza provare!

Ci sediamo e spunta una persona che sedendosi poco distante da noi, da solo, guardandosi in giro, forse ha l'impressione di essersi imbucato ad una festa privata e ci chiede se è la sala giusta. A risposta affermativa ci dice che lui è musicista e che all'ultimo gli è saltato il concerto. 

Volevo dirgli, ma l'ho solo pensato: "non si preoccupi, nella vita può capitare di andare al cinema da soli, ..., oh mio dio, io ho visto anche una commedia da sola e l'effetto di una che ride da sola non fa così ridere,va beh, scordàmuce ò passàt, ci vorrebbe solo un po' di Champagne di Hello Kitty per berci un sorso su!

Iniziamo a parlare a 5metri di distanza, col cinema vuoto, ridicolo, "Senta vuole venirsi a sedere vicino a noi? Siamo in tre, non possiamo nemmeno giocare ai quattro cantoni!"

Inizia il film e arrivano ancora una ventina di persone, siamo tutti vicini vicini, fine dello spazio elitario, come quando c'è un parcheggio completamente vuoto con solo qualche macchina qua e là e chi arriva va a mettersi proprio nel posteggio appiccicato a un altro. Uffi, non potrò aprire la portiera della mia boccuccia per farle prendere aria con le mie considerazioni in diretta.

Il film era Magnifica Presenza di Ozpetek. Ho capito perchè c'era poca gente, il film parte con tante belle speranze, ma non ingrana mai nemmeno la terza. Due frasi mi sono piaciute: "non riesco ad essere gay, figurati se riesco ad essere eterosessuale!" e "la menzogna spesso può essere convincente, per fortuna la verità lo è di più". Grazie a una delle mie millemila cards, stipate nel portafogli, da quella dell'Ikea a quella dell'erboristeria, però almeno ho avuto una riduzione sul biglietto.

Ci avviamo verso la metro e Marco ci dice di essere un trombettista, ma di fare anche l'insegnante di Musica in una scuola media. Si è trasferito a Torino quattro anni fa da Napoli e fa ancora un po' fatica ad abituarsi allo spirito nordista, un po' freddino, e non ci crede che sono barotta con tutte le certificazioni DOP, DOC e IGP. Da buon napoletano, anche quando parla normalmente, sembra di essere perennemente di fronte a uno sketch divertente.

Il racconto prosegue: il trasferimento a Roma dove secondo lui papà, vigile lì, ha fatto danni, e perciò tanti lo scambiavano per Enrico Brignano (effettivamente la somiglianza c'è davvero), i concerti davanti al Papa e con Pavarotti, suonare le colonne sonore di Ennio Morricone, la musica ..., c'è il ritmo anche nelle sue parole quando ne parla estasiato, commovente.

 "Qui a Torino ho anche un gruppo con cui suoniamo Gershwin, ...."

Ciao buonanotte, allora magari ci si rincontra, chissà?  Davvero tantissimo piacere di avervi conosciuto, una sorpresa!






venerdì 23 marzo 2012

Il mare d'Invernavèra

Questo tempo, a cavallo tra l'Inverno e la Primavera, al mare, è la bàlia perfetta per quel risveglio dei sensi intorpiditi dal freddo.

Orsi letargici a casa propria, ci si ritrova invece mattinieri al mare, il corpo abituato ad altri climi, ad altri odori dell'aria, si desta ad un richiamo inconscio, impaziente di raggiungerlo e respirarlo a pieno. 

Non c'è nessuno in spiaggia, ancora lontano l'affollamento estivo, un dialogo a tu per tu con il mare, le scarpe diventano insopportabili, i piedi reclamano quel contatto morbido, materico e fresco della sabbia.

Camminare affondando quel po' che fa sentire vicini alla terra, un tutt'uno, essere raggiunti dall'acqua che solleva il passo, avere i polmoni purificati dall'essenza di mare. Lo sciabordio costante e rassicurante delle onde che sembra smussare i punti più aspri dei ceppi della mente.

In certi luoghi e in certi momenti del giorno, o della vita, si sta bene soli, pacificamente soli, non bellicosamente distratti o impegnati da altro, pensieri o persone. Forse un cane, ecco l'unico elemento mancante all'armonia del mio intimo colloquio.

E' risaputo, mens sana in corpore sano, se lo spirito è corroborato, lo è anche l'appetito. E' ora di tornare a casa a mangiare, ovviamente, il pesce (ordinato in una gastronomia-ristorante di fiducia, e, prima di uscirne, transito ancora per un attimo davanti alle cucine perchè se, in certe occasioni e posti, certi odori, possono risultare opprimenti, al mare vien voglia di farsi avvolgere dall'effluvio dei fornelli come fosse Chanel N.5!).   

Una breve siesta postprandiale e poi io e la mia zietta ci inerpichiamo tra le stradette della prima collina per una sana passeggiata. Percorriamo il viale dei pepi che si chiama così perchè costellato da piante di pepe rosa, poi lei stacca un rametto da un pruno e la dolce delicatezza del profumo dei suoi fiori fa venir voglia di accarezzarli gentilmente come si sfiora qualcosa di prezioso.

Passiamo vicino a una ginestra bianca che dirama le sue fronde come le scie di un fuoco d'artificio e a piante di mimosa che appaiono così orgogliose nella loro completezza, ben diverse dall'avvilita immagine che si ha quando vengono mortificate in sparuti mazzetti per la festa dell'8 marzo.

E poi si staglia, che meraviglia, una pianta di limoni, di un giallo di sole e di un turgore! che è impossibile non ammirarla. Una bellezza che per un attimo lascia senza parole, che riconcilia alla vita. Mi torna in mente la raccolta Ossi di Seppia di Montale ..., com'è universale il linguaggio della Natura nella sua perfetta semplicità.

Prima di rientrare raggiungiamo un punto, su di un promontorio, dal quale si può vedere il mare fin dove la linea della costa lo permette. Il mare, a guardarlo così, immenso, sembra sia in grado di portare a galla anche il più piccolo sassolino che grava sull'anima. E' un confessore a cui ti accorgi di confessarti senza aver pensato di farlo, è così, inevitabile, e lui non è mai severo, mai giudice, lui con la saggezza di chi attraversa le ere, col suo ondeggiare perpetuo, porta lontano gli echi di travaglio dell'animo.

C'è una panchina e c'è una coppia di anziani seduti, per mano. Guardano in silenzio l'orizzonte ed io li immagino come i gabbiani che ora che si è levato un gran vento, rimangono in aria in un apparente volo immobile, in realtà molto impegnativo, frutto della conoscenza delle correnti del cielo e degli aggiustamenti costanti dell'assetto del proprio corpo e delle proprie ali. 

E' la vita, riuscire ad affrontarla essendo in grado di stare in volo saldamente anche quando tira vento. Arrivare a poter contare su quattro ali forti su cui distribuire equilibratamente il peso è una grandissima cosa, per quanto è ardua l'impresa! Sbagliarsi nell'accoppiata può significare  lo stallo e la caduta, chissà da quanto in alto. Trovarla fa progettare di raggiungere altezze prima solo immaginate.




  

BB: Bella Bologna

Ma com'è bello andare in giro per i colli bolognesi...bella Bologna!
Partire anche solo per tre giorni alla scoperta di una città nuova, per averne un assaggio dolce che non sazia e rimanda a una possibile prossima visita, con più calma, con più tempo.

Giovedi mattina, dopo qualche ora di viaggio rilassarsi in una vasca termale in mezzo alle montagne.  Ambiente silenzioso, solo il rumore dell'idromassaggio e dei pori che respirano, incontrare lo sguardo rilassato di un'altra donna, occhiata d'intesa perchè anche se si è sconosciuti si sta avendo in comune la stessa chicca di piacere.

Quasi inevitabile la conoscenza a cui un sorriso spalanca le porte e in un attimo non si conosce la vita di un altro individuo, ma si scoprono atteggiamenti amichevoli, tratti caratteriali simili, e soprattutto lo stesso incantevole senso di coinvolgimento verso le persone, esperienze, scampoli di vite altrui. 

Al momento di salutarci rimaniamo praticamente sconosciute, ma felici di esserci incontrate, scambio di mail, scambio di rispettivi propositi di ospitalità nel qual caso una fosse dalle parti dell'altra. Apertura reale, bellissima sensazione, rara, ancor più se si pensa a questo momento storico di grande chiusura nel proprio mondo perchè tante esistenze sono sfaldate e si tenta di recuperarne i pezzi alla deriva, isolandosi; chissà poi quanto sia realmente fruttuoso il modo... triste.

Ritemprate, la mia amicissima Rosy ed io, inforchiamo nuovamente l'auto e ci dirigiamo verso Bologna city.
Il tardo pomeriggio, quando le giornate cominciano ad allungarsi, è un orario che mi è caro, esprime quiete e nello stesso tempo la prospettiva di avere ancora davanti diverse ore beate della giornata-serata. 

Per un attimo scivolo nella sensazione palpabile e ahimè lontana nei ricordi, di quando ci si avvia a casa dopo una giornata di sole con la persona davvero speciale, stanchi ma sereni, una doccia, la calma, calme anche le parole, solo dita che sfiorano nel passaggio di una carezza, o un bacio che si posa lieve sulla pelle come una libellula sull'acqua. Promesse indubitabili, ma senza fretta, di una vicinanza più totale.

Le curve della strada mi riportano alla realtà, vedo il cartello di indicazione di una frazione dal nome alquanto curioso: Puzzola. Rosy me lo chiede senza dubbi sulla risposta: "Vuoi farci una foto vicino?" Mentre mi arrampico su una staccionata per essere perfettamente in linea con il vertice della freccia, un tizio da un casa vicina mi urla: "Vuoi fare anche una foto con me?!" Rido, siamo proprio in Emilia Romagna!

E' tarda sera,l'albergo è in mezzo alla campagna, nel cielo in lontananza c'è una palla rossa enorme. Dico: "ma scusa non può essere la luna, non l'ho mai vista così grande, non siamo mica arrivate all'Equatore!" Rosy: "allora sarà il sole" "Ma va!E' buio, sarà un cartellone pubblicitario su qualche edificio, solo che di notte non si vede". Era proprio la luna, più languida che mai, e Rosy ed io abbiamo per sempre detto addio alla laurea ad honorem in Astrofisica!

Il giorno dopo lo dedichiamo a Bologna, città incantevole. Come punto di partenza per la visita scegliamo la piazza principale, da lì bisogna cominciare in una città mai vista. La cosa bella che si nota subito è che, a differenza di tante altre città, Bologna non essendo assediata da turisti, restituisce l'immagine della propria piazza popolata dai propri abitanti. L'atmosfera è tranquilla, diversa che da noi, anche il traffico non è congestionato, roboante, così frenetico. 

La città è composta, tenera, ogni via accogliente, i portici, i colori tenui, le architetture contenute e lineari, aggraziate, il passato medievale incornicia il presente e ci convive a pieno, arricchendolo, e poi i chiostri, li amo, quegli ambienti che si aprono dietro un portone e dischiudono un piccolo mondo segreto.

Arriviamo in una viuzza con da un lato, gastronomie da cui emanano profumi e dove campeggiano seducenti dolci e maliziosi tortellini, e dall'altro una grande libreria; starei per un tempo infinito così a metà strada, il connubio perfetto in cui mi sento un'amante entusiasta ed esaltata nell'avere vicini a sè l'uno e l'altro suoi piaceri infiniti.

Entriamo in libreria e ci separiamo senza dircelo, ognuna a seguire il proprio filo, ci si perde tra i libri, per poi ritrovarsi alzando semplicemente lo sguardo, ma senza quasi accorgersene, con qualcosa in più. Non cercavo nulla in particolare, ma non è così importante, quando si tratta di libri. Leggi le trame, qualche frase all'interno, e scopri che di quel libro avevi bisogno in quel momento, senza già conoscerlo prima.

Ci dirigiamo alle casse, dove c'è sempre un'infinità di quei gadgets prettamente inutili ma dal fascino che irretisce; prodotti a impulso si chiamano. Resisto ad acquistare, ma come una bambina scema (che è quello che la commessa avrà pensato, pace all'anima sua), prima di uscire, palpo tutte le gommine,tocco tutte le biro, i segnalibro,le calamite, che le mie dieci dita prensili mi consentono!

Tra noi e la partenza, la mattina dopo, ancora alcune cose ci fanno l'occhiolino: una cena luculliana (peccato per il vino che non fosse granchè), uno di quegli episodi che ti fanno capire quant'è salda un'amicizia e che per tenerezza mi tengo per me, un ragazzo che chiede un'indicazione con un accento così forte che nel rispondergli non si può far a meno, istintivamente,di fargli il verso (e lui mica se ne accorge! fantastico!), e una divertente, bonaria serie di scherzi verbali al proprietario "gaio" dell'albergo, che ha l'ingenuità più candidamente disarmante del mondo. In un adulto è quasi unica come caratteristica. 

Cambiare aria, anche se per poco, ha sempre un effetto. Fa capire cosa realmente si sente tremendamente vicino anche se è a chilometri e chilometri di distanza, e cosa anche quando è vicino è chilometri lontano.

Rosy ti abbraccio. 

Va beh, beviamoci su!

Non va bene portare rancore, è stancante.
Deponiamo l'ascia di guerra (almeno fino al prossimo articolo indecente), alziamo i calici in cristallo e brindiamo alla sua salute!
Lunga vita a HK!

Quando serve l'ispirazione...

L'intestino è in sciopero e i confetti Falqui sono finiti? Solo la Marcuzzi conosce i segreti della regolarità?
Da oggi si può unire l'utile al dilettevole: date una rinfrescata al look del vostro bagno e in questo ambiente confortevole sarà certamente più facile rilassarvi!


Impara l'arte e mettila da parte

Forse se Gauguin avesse avuto questo a disposizione, non avrebbe perso tempo a dipingere tutte quelle donne di Haiti e al loro posto avremmo tanti bei ritratti di gattine sornione!

HK angelo del focolare

Con lei le sorprese non finiscono mai!
Ecco un bel set per la perfetta bambina casalinga, i sani principi vanno instillati da piccoli!
Bambine lasciate perdere sogni da esploratrici e velleità da acrobate, imparate l'arte sacra di appretto e merletto...ma?
Hallo Spank, almeno tu corri in nostro soccorso e lancia una controtendenza!

Distoglie il mio sguardo qualcosa di altrettanto odioserrimo: uno di quei passeggini iperergonomici dove i bambini sono incastrati dentro come in una capsula spaziale e le ruote sono alte come quelle di un Suv, togliendo spazio a qualsiasi tipo di cestello tanto utile quando ci si deve muovere con figli e corredo di pannolini, biberon, salviette, ecc...e non si è fortunati come la Dea Kalì che anche se ha due mani occupate può contare sulle altre due!