Partire anche solo per tre giorni alla scoperta di una città nuova, per averne un assaggio dolce che non sazia e rimanda a una possibile prossima visita, con più calma, con più tempo.
Giovedi mattina, dopo qualche ora di viaggio rilassarsi in una vasca termale in mezzo alle montagne. Ambiente silenzioso, solo il rumore dell'idromassaggio e dei pori che respirano, incontrare lo sguardo rilassato di un'altra donna, occhiata d'intesa perchè anche se si è sconosciuti si sta avendo in comune la stessa chicca di piacere.
Quasi inevitabile la conoscenza a cui un sorriso spalanca le porte e in un attimo non si conosce la vita di un altro individuo, ma si scoprono atteggiamenti amichevoli, tratti caratteriali simili, e soprattutto lo stesso incantevole senso di coinvolgimento verso le persone, esperienze, scampoli di vite altrui.
Al momento di salutarci rimaniamo praticamente sconosciute, ma felici di esserci incontrate, scambio di mail, scambio di rispettivi propositi di ospitalità nel qual caso una fosse dalle parti dell'altra. Apertura reale, bellissima sensazione, rara, ancor più se si pensa a questo momento storico di grande chiusura nel proprio mondo perchè tante esistenze sono sfaldate e si tenta di recuperarne i pezzi alla deriva, isolandosi; chissà poi quanto sia realmente fruttuoso il modo... triste.
Ritemprate, la mia amicissima Rosy ed io, inforchiamo nuovamente l'auto e ci dirigiamo verso Bologna city.
Il tardo pomeriggio, quando le giornate cominciano ad allungarsi, è un orario che mi è caro, esprime quiete e nello stesso tempo la prospettiva di avere ancora davanti diverse ore beate della giornata-serata.
Per un attimo scivolo nella sensazione palpabile e ahimè lontana nei ricordi, di quando ci si avvia a casa dopo una giornata di sole con la persona davvero speciale, stanchi ma sereni, una doccia, la calma, calme anche le parole, solo dita che sfiorano nel passaggio di una carezza, o un bacio che si posa lieve sulla pelle come una libellula sull'acqua. Promesse indubitabili, ma senza fretta, di una vicinanza più totale.
Le curve della strada mi riportano alla realtà, vedo il cartello di indicazione di una frazione dal nome alquanto curioso: Puzzola. Rosy me lo chiede senza dubbi sulla risposta: "Vuoi farci una foto vicino?" Mentre mi arrampico su una staccionata per essere perfettamente in linea con il vertice della freccia, un tizio da un casa vicina mi urla: "Vuoi fare anche una foto con me?!" Rido, siamo proprio in Emilia Romagna!
E' tarda sera,l'albergo è in mezzo alla campagna, nel cielo in lontananza c'è una palla rossa enorme. Dico: "ma scusa non può essere la luna, non l'ho mai vista così grande, non siamo mica arrivate all'Equatore!" Rosy: "allora sarà il sole" "Ma va!E' buio, sarà un cartellone pubblicitario su qualche edificio, solo che di notte non si vede". Era proprio la luna, più languida che mai, e Rosy ed io abbiamo per sempre detto addio alla laurea ad honorem in Astrofisica!
Il giorno dopo lo dedichiamo a Bologna, città incantevole. Come punto di partenza per la visita scegliamo la piazza principale, da lì bisogna cominciare in una città mai vista. La cosa bella che si nota subito è che, a differenza di tante altre città, Bologna non essendo assediata da turisti, restituisce l'immagine della propria piazza popolata dai propri abitanti. L'atmosfera è tranquilla, diversa che da noi, anche il traffico non è congestionato, roboante, così frenetico.
La città è composta, tenera, ogni via accogliente, i portici, i colori tenui, le architetture contenute e lineari, aggraziate, il passato medievale incornicia il presente e ci convive a pieno, arricchendolo, e poi i chiostri, li amo, quegli ambienti che si aprono dietro un portone e dischiudono un piccolo mondo segreto.
Arriviamo in una viuzza con da un lato, gastronomie da cui emanano profumi e dove campeggiano seducenti dolci e maliziosi tortellini, e dall'altro una grande libreria; starei per un tempo infinito così a metà strada, il connubio perfetto in cui mi sento un'amante entusiasta ed esaltata nell'avere vicini a sè l'uno e l'altro suoi piaceri infiniti.
Entriamo in libreria e ci separiamo senza dircelo, ognuna a seguire il proprio filo, ci si perde tra i libri, per poi ritrovarsi alzando semplicemente lo sguardo, ma senza quasi accorgersene, con qualcosa in più. Non cercavo nulla in particolare, ma non è così importante, quando si tratta di libri. Leggi le trame, qualche frase all'interno, e scopri che di quel libro avevi bisogno in quel momento, senza già conoscerlo prima.
Ci dirigiamo alle casse, dove c'è sempre un'infinità di quei gadgets prettamente inutili ma dal fascino che irretisce; prodotti a impulso si chiamano. Resisto ad acquistare, ma come una bambina scema (che è quello che la commessa avrà pensato, pace all'anima sua), prima di uscire, palpo tutte le gommine,tocco tutte le biro, i segnalibro,le calamite, che le mie dieci dita prensili mi consentono!
Tra noi e la partenza, la mattina dopo, ancora alcune cose ci fanno l'occhiolino: una cena luculliana (peccato per il vino che non fosse granchè), uno di quegli episodi che ti fanno capire quant'è salda un'amicizia e che per tenerezza mi tengo per me, un ragazzo che chiede un'indicazione con un accento così forte che nel rispondergli non si può far a meno, istintivamente,di fargli il verso (e lui mica se ne accorge! fantastico!), e una divertente, bonaria serie di scherzi verbali al proprietario "gaio" dell'albergo, che ha l'ingenuità più candidamente disarmante del mondo. In un adulto è quasi unica come caratteristica.
Cambiare aria, anche se per poco, ha sempre un effetto. Fa capire cosa realmente si sente tremendamente vicino anche se è a chilometri e chilometri di distanza, e cosa anche quando è vicino è chilometri lontano.
Rosy ti abbraccio.
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