venerdì 30 marzo 2012

Funiculì funiculà

Destinazione Napoli. Anche se è solo per 1 giorno e mezzo, ho l'impressione che mi sembreranno giorni eterni. Diciamo che non è proprio un viaggio di piacere.

Partenza alle 5 da casa. Se, normalmente, per svegliarmi presto, inveisco pure contro tutti i santi del Paradiso e me ne invento anche di immaginari per non essere troppo blasfema e continuare ad inveire, questa volta sono in piedi prima che suoni la sveglia.

Sono le cinque e due minuti e chiamo Elvio (che mi accompagna all'aeroporto) per "sgridarlo", io, per una volta, che non è puntuale, se non in anticipo, come suo solito.

Devo ammettere che comunque mi piace sempre partire quando non è ancora chiaro, allontanarmi dalla città che dorme, senza svegliarla. Caselle è buio, se non per le lucine che illuminano la pista. Sembra una fiaccolata, immagine romantica, sospiro...

Posteggiamo. Elvio mi prende il trolley e me lo porta per un tratto sollevandolo, invece di trascinarlo. Ringrazio, la stanchezza mista alla scarsa propensione per questo viaggio mi renderebbe il rumore alquanto insopportabile.

Una buona colazione riesce sempre ad ammorbidirmi, un pochino, anche un'inizio di giornata amaro; e infatti, come al solito, quando mi alzo, la mia postazione sembra quella di quattro bambini di tre anni messi insieme: tutta briciole e macchioline.

Conoscendo il tipo, indico con estrema precisione alla persona che sto accompagnando, dov'è il bagno. Invece non imbrocca subito la porta antipanico?! Scatta l'allarme. Apposto siamo! Iniziamo bene! Ancora addolcita dalla marmellata della brioche, non mi rimane che sorridere scuotendo la testa e scrivermi l'appunto di comprare un cornetto portafortuna alto 1 metro, appena atterrati!

Il mondo è piccolo. Mentre sto entrando nell'area passeggeri noto un viso conosciuto. Non sono sicurissima che sia lei, lei sorride sempre, invece aveva l'aria cupa. Va beh, al massimo farò finta di salutare una persona invisibile nella sua direzione, in lontananza.

"Annì!" (è la mia parrucchiera - post Specchio delle mie brame). Mi riconosce e mi viene incontro. Sta imbarcando per il Perù suo fratello, ecco perchè lo sguardo triste. "Allora ciao ci vediamo presto così ravviviamo un po', perchè sono spenti" (sta parlando dei miei capelli). 

Eh no Annì! Per l'umore che ho stamattina, già tanto che non mi siano diventati lisci da soli! Non stiamo a spaccare il capello! (ho visto che ho un lettore in Gran Bretagna, questa battuta è per lui\lei).

Ci imbarchiamo. Mi metto in fondo alla fila sulla scaletta, mi piace potermi soffermare a dare un ultimo sguardo. Sulla carlinga dell'aereo c'è scritto: it's nice to fly with friend again. Apposto2 siamo! Un viaggio simile l'anno scorso è stato il peggiore dei miei incubi.

Il decollo. Ha sempre un qualcosa di affascinante. E' come quando ci si innamora.

Si ha un senso di eccitazione mista a un pizzico di paura, si sentono le farfalle nello stomaco mentre ci si solleva da terra. Quando si è in alto e si è raggiunta stabilmente la quota, ci si può permettere di rilassarsi un pochino. Magari schiacciare anche un pisolino, ma viene la voglia di riaprire costantemente gli occhi perchè ciò che si vede da lassù stupisce e appare sempre bellissimo.

Arrivo. Il tassista che ci accompagna all'albergo si ciuppa una caramella e ci chiede se ne vogliamo, è l'ultima. Rispondo: "si, si, grazie. Lo so che sperava rispondessi di no, ma purtroppo si è imbattuto in una caramellofila compulsiva!". Procediamo zigzagando a tutta velocità, rasenti alle altre auto manco fossimo Valentino Rossi in sorpasso. Mi spiego la funzione dei 3 rosari appesi allo specchietto retrovisore!

Altro giro, altra corsa. Qualche ora dopo, rieccoci su un taxi. Rimango sola col pomeriggio da occupare. Chiedo consiglio al tassista che mi sembra onesto e amichevole e lui mi dice che con i mezzi pubblici è difficile muoversi perchè Napoli è tutta un cantiere per l'imminente regata velica, inoltre l'unica meta a cui avevo pensato di mercoledì è chiusa. Apposto3!

Vede la lacrima da cartone giapponese e mi dice che se voglio mi accompagna lui a fare un giro. I criceti salgono sulla ruota del mio cervello e rispondo che va bene. Terrò bene d'occhio il tassametro. "Dammi del tu, io sono Enzo".

Azz, Napoli come Bangkok: un caos di traffico pazzesco, ed è sempre così mi dice lui. Passiamo di fronte alla chiesa del Gesù e ci fermiamo poi alla Cattedrale, quella del miracolo del sangue di S.Gennaro. "Qui entriamo un attimo e ti faccio vedere dentro perchè è bellissima". E' proprio bellissima. Da stare letteralmente col naso all'insù ad ammirare il soffitto a cassettoni decorato con splendidi dipinti.

Quando usciamo Enzo mi indica la portiera anteriore: " Ti faccio venire davanti sennò mi sembra di fare il taxi!". Imponente il Maschio Angioino, immensa Piazza del Plebiscito, elegante il teatro S.Carlo. Rotta per Mergellina e Posillipo "ma prima ti porto in un posto dove devi assaggiare una cosa. A Napoli 3 cose ci stanno belle: 'o mare, 'o sole e le sfogliatelle!".

Mi offre un caffè e una goduria di sfogliatella,bontà!
Mi gusto Napoli e il golfo dall'alto, ho trovato uno che parla ancora più di me, ma è un bene, oggi avevo bisogno di non essere on my own. E' contento che il giro mi piaccia perchè "sei proprio una brava guagliona!". E' gentile, mi scorta al bancomat ("Non preoccuparti, con me stai sicura!") e mi apre sempre la portiera, anche lui è un bravo guaglione!

Frena e tende il braccio davanti al mio torace, a "protezione". "Ah Enzo! tenimm 'e mani sul volante, che sò bbrava, ma te cionco le braccine!". "Brava e pure che sa 'o fatto suo, sei da sposare!". "Beh allora se non trovo proprio nessuno, ti vengo poi a cercare!". "Anche un po' stronza! Bello!". "Guarda che se vuoi posso esserlo molto di più!". Se continuassi a stare al gioco potremmo andare avanti un'ora.

Ops, in borsa non trovo più le chiavi dell'albergo. Mi agito. "Eppure le avevo in mano uscendo, ne sono sicura!" "Ma sicura sicura? Non è che le hai lasciate là?"  "Ti dico di no! (sono molto abbattuta perchè queste cose, a dir la verità, mi capitano spesso, ma quando ho la testa altrove mi ricordano il motivo per cui ho la testa altrove e la mia sbadataggine oltre al danno aggiunge la beffa) Uffa ma perchè per 'ste cose ho proprio una testa di gazzo?! Eppure devono essere qui in macchina, le avevo in mano ti dico, quello me lo ricordo perfettamente!". Cerchiamo ovunque sul taxi, anche sotto i tappetini, nonostante il portachiavi grosso come un melone dovrebbe vedersi subito se ci fosse.

"Fammi la cortesia, chiama in albergo e chiedi, così lo escludi del tutto". Chiamo. Il concierge superefficiente risponde con voce suadente che la mia chiave è appesa alle sue spalle. "Enzo scusa una domanda: è contrario alla politica dell'azienda menare le clienti vero?!"

Fine del mio budget, mi faccio riportare in albergo. Enzo mi lascia il suo numero perchè l'indomani ci vuole accompagnare lui in aeroporto e la mattina, se voglio, gli piacerebbe portarmi a vedere Caserta. "Quella a te piace di sicuro! La tariffa fin là è 70, ma per te faccio la metà". "Lo immagino che sia meravigliosa e io ho una vera passione per le regge e i palazzi reali, sai? Sei caro, ma domani mattina la mia logistica è complicata, invece per l'aeroporto va benissimo ti ringrazio, anche per oggi".

La mattina dopo, vado giusto a farmi una passeggiata in solitaria nel bel parco di Capodimonte. Probabilmente è un imprinting dell'infanzia trascorsa dai miei nonni in Langa, ma niente mi tranquillizza quanto passeggiare in un bosco, nè il mare, nè la montagna, solo il verde e l'aria fresca sotto le piante.

Ultimamente mi sto spostando sovente. Più, o meno lontano. C'è, da una parte, la curiosità del nuovo viaggio, dall'altra un compagno che purtroppo riesce sempre a infilarsi in valigia, e seguirmi.
E' quel senso di malinconia che prende quando si avverte che manca qualcosa. E mi piacerebbe fosse solo la mancanza dei miei mici adorati che lascio a casa.



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