domenica 30 dicembre 2012

Rose cambia-colore

Semaforo. Venditore di origini indiane con gadget baluginanti riesumati da un Natale cittadino che tra tante luci fittizie non ha visto il chiarore luminoso della neve.

Non è di quelli assillanti, non si avvicina ai finestrini delle auto per ottenere un'attenzione che diventerebbe solo la traduzione di un fastidio. Passa sottile come una piccola ombra di fianco ad abitacoli e persone che non volgono nemmeno lo sguardo, come se non esistesse, come se davvero fosse solo un'ombra.

Ho il finestrino abbassato di una decina di centimetri, mi sto passando le dita tra i capelli e faccio volare fuori quelli che mi rimangono nella mano (noi ricce ci pettiniamo così). Non lo tiro su prima che lui arrivi.

Si ferma un attimo, al suo posto; ha pupazzetti di neve (plastica) e quelle rose che cambiano colore. Le sue sono montate su uno stelo, ma sono identiche a una che ho a casa.

Anch'io sto immobile, guardo lui, guardo la sua oggettistica, riguardo lui, e gli sorrido. Un sorriso piccolo ma vero, accennato, come per dire: non ti compro nulla ma non sei un'ombra; proprio una figata di feste eh?! ognuno ha i suoi crucci, almeno stasera non fa tanto freddo.

Non che lui possa aver inteso esattamente tutto, ma quel che bastava per chiedere nulla, solo restituirmi un altro piccolo sorriso e poi andare oltre. Per cinque secondi abbiamo parlato sinceramente in silenzio, per cinque secondi c'era l'atmosfera della neve.


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