Penultimo incontro del primo livello per Sommelier, si scende in campo, anzi in azienda. Burlotto, Verduno, cantina storica, uno dei Baroli vede ancora la pigiatura con i piedi.
Tutto contenuto, c'è viva l'atmosfera di una conduzione familiare in una terra che per proprio spirito lascia che sia l'amato frutto del proprio lavoro a parlare di sé, piuttosto che una chiassosa propaganda. Una piccola stanza ospita i tini per la fermentazione, due cantine le botti in rovere per l'affinamento.
Si entra con rispetto nel luogo-rifugio dove il vino riposerà per anni. C'è un'atmosfera romantica. In quelle botti imponenti, granitiche, qualcosa di vivo compie un percorso operoso e riservato per diventare pronto a raccontare la sua lunga storia. Ci si parla vicino all'orecchio, bisbigliando per non disturbare, come in un santuario.
Degustazione in una cappella sconsacrata, singolare, anche se quella che avviene non è altro che una sorta di celebrazione. Barolo Monvigliero... anche chi del vino conosce giusto l'esistenza non potrebbe non rimanere stupito ed estasiato nell'assaggiarlo. Se un vino è eccezionale non serve essere degli esperti per indovinarne profumi e sentori, sembra che i fiori e le piante da frutto te li abbiano seminati direttamente nel naso e sulla lingua e che fino al giorno prima si sia stati rinchiusi nella stiva di una nave per il commercio delle spezie.
Guardarsi e sorridersi senza parlare perché non c'è nulla da spiegare non ha prezzo, per tutto il resto c'è Mastercard per aggiudicarsi qualche bottiglia.
Nessun commento:
Posta un commento