domenica 2 dicembre 2012

In vino veritas


Penultimo incontro del primo livello per Sommelier, si scende in campo, anzi in azienda. Burlotto, Verduno,  cantina storica, uno dei Baroli vede ancora la pigiatura con i piedi.

Tutto contenuto, c'è viva l'atmosfera di una conduzione familiare in una terra che per proprio spirito lascia  che sia l'amato frutto del proprio lavoro a parlare di sé, piuttosto che una chiassosa propaganda. Una piccola stanza ospita i tini per la fermentazione, due cantine le botti in rovere per l'affinamento.

Si entra con rispetto nel luogo-rifugio dove il vino riposerà per anni. C'è un'atmosfera romantica. In quelle botti imponenti, granitiche, qualcosa di vivo compie un percorso operoso e riservato per diventare pronto a raccontare la sua lunga storia. Ci si parla vicino all'orecchio, bisbigliando per non disturbare, come in un santuario.


Degustazione in una cappella sconsacrata, singolare, anche se quella che avviene non è altro che una sorta di celebrazione. Barolo Monvigliero... anche chi del vino conosce giusto l'esistenza non potrebbe non rimanere stupito ed estasiato nell'assaggiarlo. Se un vino è eccezionale non serve essere degli esperti per indovinarne profumi e sentori, sembra che i fiori e le piante da frutto te li abbiano seminati direttamente nel naso e sulla lingua e che fino al giorno prima si sia stati rinchiusi nella stiva di una nave per il commercio delle spezie.

Guardarsi e sorridersi senza parlare perché non c'è nulla da spiegare non ha prezzo, per tutto il resto c'è Mastercard per aggiudicarsi qualche bottiglia. 


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