lunedì 3 dicembre 2012

5 minuti



Ovunque siamo, anche nell'arco di una manciata di minuti, ci sfilano davanti tantissime cose.

Cinque minuti tra stazione e metro:
Una donna di colore che trasporta un passeggino sulle scale, prima giù e poi di nuovo su perché su un lato i treni sembrano soppressi. Un dipendente GTT che passa, lei che con quel caratteristico idioma somigliante ad un Inglese maccheronico, gli chiede da che parte andare, lui che risponde scazzato e aggiunge che si deve prendere l'ascensore se si ha un passeggino.

Ma picio, nel frattempo che la sgridi aiutala a fare 'sti venti gradini che le mancano no?! No. Le branco il passeggino scazzata pure io dal menefreghismo mondiale, poi mi ricordo di sorridere così capisce che è un'offerta d'aiuto e non un tentativo di rapimento.

In carrozza Luciana Littizzetto che sta girando non so che spot o cos'altro. Penso: chissà portassi a casa   quel microfonone peloso se il mio fuffaliffolo (Kili) lo attaccherebbe come fa coi topi di pezza?


Un bambino di circa sei anni gioca con la PSP. Sicuramente avrà già una conoscenza dei dispositivi tecnologici che io non riuscirei ad avere nemmeno dopo un corso intensivo personalizzato con un professore emerito del MIT, ma santoddio ha più occhiaie di me!




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