domenica 15 aprile 2012

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Oggi se n'è andata la mamma di un'amica.

90 anni, uno spazio di tempo invidiabile. A quell'età è il corpo stesso che chiede di lasciarlo andare, per ridare dignità anche alla persona e poterla finalmente ricordare nella sua luce e non in un'immagine velata di ombre.

Tocca a tutti, prima o dopo, fare i conti con una scomparsa. È la realtà delle cose.

Lo ricordo nitidamente quando si è spento mio padre. Dovevo ancora compiere 8 anni.

Sconosciuto il vero significato di: morte. Anche vedendolo immobile "addormentato". Non ho pianto perché non capivo.

Nei bambini è la vita più forte di tutto. E per questo che paradossalmente hanno risorse maggiori degli adulti per superare certi traumi.

Ho pianto tutte le lacrime, da appena ragazzina, a distanza di alcuni anni. Incubi ricorrenti non mi davano pace. Sempre la stessa scena:  una delle ultime volte in cui l'avevo avuto.

Giocavamo a nascondino ed io mi ero arrabbiata tantissimo con lui perché mi aveva trovato in un nascondiglio che credevo perfetto.
Questo mi tormentava: l'avergli dato qualcosa di brutto di me come ultima visione.

Figurarsi invece che impatto ridicolo, e forse anche comico, poteva aver avuto su di lui, quella reazione della sua bambina.

Non so perché, ma all'epoca non ne ho mai parlato con nessuno, di quel dolore finalmente riemerso e quindi pronto per essere affrontato. È stata la prima volta che ho fatto da sola una cosa non semplice, vorrei chiamarla crescere.

Quindi, forse, è esattamente da allora che ho iniziato a sentire che nel caso di una perdita\ un distacco\ una separazione, da una persona amata, l'unico modo di riuscire poi a convivere sereni con se stessi è quello di darle tutto il meglio quando la si ha vicina.

Quando hai tenuto davvero a qualcuno, il non avere più ciò che si riceveva lascia una sofferenza inconsistente in confronto al rimorso di non aver dato.

Credo che la misura stessa di un animo sia in base a quanto riesce a dare, e non a farsi dare.

Grace, di Jeff Buckley. La versione di 5,22 minuti.
Anche il mio urlo, nell'urlo a circa 4,46 minuti, in faccia

a chi risponde solo alle leggi del proprio egoismo;  
a chi, quando gli porgi l'altra guancia, la schiaffeggia come la prima;
   
a chi non sa dove stia di casa la coerenza;   
a chi va avanti per inerzia;  
 
a chi non sa dire grazie; 
agli spaventapasseri travestiti da persone;  

a chi prima agisce e solo dopo conta fino a dieci;
a chi si nasconde dietro a un dito;  

a chi non riesce ad essere sincero nemmeno con se stesso;   
a chi non fa promesse perché sa di non esser capace a mantenerle E a chi le fa sapendo di mentire;
   
a chi ha due pesi e due misure;       
e pure a chi non andrà a votare SI al referendum sulla caccia!

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