giovedì 19 aprile 2012

Bimba Diana

Non mi è ancora capitato di conoscere un'altra persona col mio nome.

Ieri ero in libreria nella sezione dei libri per ragazzi (perchè mi piace sfogliarli e metti che il mio bambino Kili sia come Pinocchio e prima o poi io scopra che è un bambino vero, solo affetto da irsutismo!
Sono libri molto più belli di quelli per grandi! Colorati, interattivi, aiutano davvero a far crescere l'immaginazione!

Ormai c'è veramente qualsiasi cosa, dai polizieschi agli atlanti di anatomia... ; quando l'ho data come esame all'università, nel mio cervello c'era il globulo rosso con la barba di "Siamo Fatti Così" che mi aiutava a rispondere!) e ho sentito una mamma chiamare la figlia: "Diana vieni qui!"

Ero curiosa di vedere questa bimba, se mi ricordasse me da piccola.
Arriva questa patatona coi codini, con una silhouette non proprio da sirenetta Ariel, un po' più somigliante a quella della strega Ursula, fasciata in una t-shirt delle Winx e fuseaux viola.

Se devo essere sincera, le bimbe-confetto che già a 7 anni vogliono fare la dieta Dukan e dicono alla mamma: "mamma ma sei matta ad abbinare la gonna color metal green con questo smalto verde limone pallido?!, vatti a cambiare, non posso mica andare in giro con te a fare brutte figure!" sono un po' da abbattere!

Effettivamente per la sua mole, cioè la stazza, ehm... ,cioè la sua corporatura, forse sarebbe stato meglio che quella bambina avesse un gusto estetico più spiccato della mamma, ma era consolante vedere che, giustamente, non gliene importasse un'emerita cippa a quell'età!

Diana arriva tutta entusiasta con in mano un libro dei Barbapà e chiede se può prenderlo. La risposta è stata un secco no! Ho lanciato in silenzio un'anatema alla madre e avrei voluto fare un barbatrucco per farglielo avere lo stesso.

Ho pensato a me da piccola e, come in un cortometraggio, ho rivisto quando i miei mi avevano iscritto a danza e sono riuscita a sbagliare tutti e tre i balletti del saggio. All'epoca non mi interessavano le piroette, preferivo arrampicarmi sugli alberi, e mi chiedevo cosa mai di male avessero fatto i miei riccioli per dover essere imprigionati a forza in uno chignon.

Una volta stavo girovagando noiosamente nella piazza davanti casa dei miei nonni in Langa e un anziano vicino, vedendomi, mi aveva chiamato e mi aveva dato un libro. Era un libro con tantissime foto, che insegnava come realizzare le più svariate cose, un Art Attack in formato cartaceo. Ero andata a sfogliarlo in cortile, dietro la catasta di legna per la stufa, era come un piccolo tesoro di cui ero gelosa.

Spero che tutte le bimbe Diana non debbano incontrare divieti o palizzate tra loro e le proprie fantasie.


3 commenti:

  1. Certo che dici tanto.. Ma guarda come conciavano te da piccola, ho sentito dire di mocassini con calze di spugna..Il mondo deve sapere!

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    1. Eh eh,non è che hai svelato il terzo segreto di FAtima!
      Per la precisione mocassini bianchi e calze rosse, se trovo la foto la pubblico nel prossimo post. Eh si anch'io ho avuto una madre daltonica!
      E poi avevo tutte le cose alla moda,ma un anno dopo, e al posto della Barbie avevo una bambola che si chiamava Perfuma e la scimmia Pippo, e quando ho chiesto il Dolce Forno sono tornata a casa con Baby Mia, e... ommioddio, potrei continuare all'infinito, che infanzia infelice!
      Non è vero, anzi forse è stato quello più felice. La felicità non ha prezzo, per tutto il resto c'é Mastercard.Bacio

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  2. ommmmmioddddio che bella!

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