giovedì 31 gennaio 2013

Biancaneve


Biancaneve, se hai qualcosa di traverso che ti sta soffocando, non aspettare che arrivi il principe a liberartene con un bacio, opta per una tracheotomia.
Tanto il principe, facilmente, sarà a un torneo per la mano di un'altra dama, alla taverna coi compari, o a  doversi ancora mettere la calzamaglia.



martedì 29 gennaio 2013

Abbraccio


Un abbraccio.
Di quelli che iniziano e continuano anche quando ti separi.
Di quelli così vicini che è impossibile non sentire il cuore che trema di emozione e poi si quieta.
Di quelli che tace la voce, parla il contatto,
ma se ci fosse sarebbe un sussurro.
Di quelli che perdono cognizione di giorno e ora.
Di quelli che fanno piangere per quanto sei felice di averli e allo stesso tempo spaventato all'idea di perderli.
Di quelli che traducono un legame indissolubile.
Di quelli che ti fanno capire che non troverai mai le parole perfette
ancelle per descriverli.
Di quelli che ti  trasmettono l'immagine delle radici di una quercia con le ali di un albatros.
Di quelli che ti fanno sentire in pace.
Di quelli che esprimi non il desiderio che sia per sempre, ma la promessa.
Un abbraccio di quelli che ti fanno vedere tutte le cose come non le avevi mai viste.

lunedì 28 gennaio 2013

Dire Fare Giocare


Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia!
Stamattina guardavo una bambina che mentre la mamma prendeva il caffè, nutriva il suo bimbo giocattolo col biberon giocattolo. Ma che bella immaginina! A me non piaceva, pensavo che i bambini avranno tutta la vita per diventare grandi e dover star dietro a qualcosa e qualcun'altro, appioppargli già una "creatura" mi sembra un colpo basso.

I bambini, che diventeranno gli adulti, dovrebbero avere un tempo per essere al centro solo del proprio mondo, per imparare naturalmente a crescere e saper scegliere, da grandi, su cosa e chi naturalmente investire certe energie e certe attenzioni.

Non mi piace pensare che a quattro anni la tua preoccupazione sia di dare la poppata alla tua bambolafiglio ogni tre ore. Che poi cosa gli insegni? Che i bambini nascono sotto l'albero di Natale o se li vuoi vai a comprarli in un grande magazzino? Che occuparsi di loro è un gioco come un altro, che puoi maneggiarli come una cosa inerte che tanto non si lamenta mai?

Una maternità non credo debba proprio essere, nè sia, in cima alla lista delle priorità di un individuo che non sa ancora manco allacciarsi le scarpe da solo. La tappa del gioco è fondamentale, è scoperta, ma ancor più deve poter essere sperimentazione libera delle PROPRIE inclinazioni, attitudini, interessi.

Forse la maggior potenzialità di un grande è il bambino-ragazzino che è stato. Ci saranno cose che si sedimenteranno e cementeranno dentro di lui fin da piccolo, consce e inconsce, e che lo accompagneranno sempre, essendogli utili o nocive per affrontare bene il mondo e la vita.

Col senno di poi devo dire che la mia infanzia-adolescenza fino ai 14-15 anni è stata bellissima. Sono stata lasciata abbastanza a me stessa con però un sicuro controllo a distanza e questo mi ha permesso di crescere potendo seguire i miei sentieri di nidi di ragno senza ostacoli. La motivazione magari era quella che gli adulti  che avevo più vicino erano talmente incasinati per questioni loro che gli era difficile star tanto dietro a una bambina-ragazzina, ancor più che di preoccupazioni non ne dava e si gestiva in maniera discretamente autonoma, però anche se questa non può essere definita proprio una situazione felice, in realtà è andata molto bene così.

domenica 27 gennaio 2013

Tupperware


Se qualcuno ti porta un Tupperware con del cibo vuol dire innanzitutto che non gli stai sulle palle perchè ti vuole rivedere: dovrai restituirglielo, no? E in definitiva che in qualche modo tiene a te. Cioè, nutrirsi è alla base della vita!

Intanto nel contenitore di plastica non recapiti i cibi che compri in gastronomia, si mettono quelli che si preparano con le proprie manine sante e per di più quelli che sono venuti bene. Mica porti a qualcuno del cibo fatto da te dicendogli: "tieni, per quanto tra gli ingredienti non ci sia traccia di cacca, il sentore è venuto esattamente quello! Volevo rendere partecipe proprio te di questa perla di illusionismo culinario."

Poi il Tupperware è informale, implica familiarità, vicinanza: magari nell'incavo del coperchio inaccessibile alla spugna per i piatti c'è ancora qualche residuo del sughetto di quell'arrosto che hai fatto per il picnic della primavera scorsa, non rischieresti mai di farti accusare di zozzoneria da un estraneo, solo con una persona con cui hai confidenza te ne fotti e anzi speri che abbia la lavastoviglie!

Puffola, grazie grazie del Tupperware che mi hai portato. Solo una cosa: dato che di fronte alle buone cibarie io ho una capacità di contegno pari a quella di un ippopotamo davanti ad una pozza di fango quando c'è la siccità, per cortesia valutare che l'alimento sia consono al momento della giornata in cui mi viene consegnato. Non va bene fà cena con la torta di mele!


sabato 26 gennaio 2013

Mercato



Indivia scarola, radicchio rosso, indivia riccia, radicchio bianco, lattuga iceberg, pan di zucchero, finocchio, carote, coste, bieta, cavolo cappuccio, cavolo verza, sedano rapa, cachi, kiwi, mandarino, mandarancio, banana, pera Abate, William, Kaiser, gallinelle, mazzancolle, cernia, pagro, dentice, orata.

Andare al mercato come ad una mostra, per godere di come la terra e il mare riescano a dipingere i loro frutti con tutti i colori, opere d'arte materiche da guardare, annusare, palpare. Esperienza concettuale, sensoriale, sostanziale, corporea.

Desiderio di andare a Parigi a domandare al topino di Ratatouille se accetterebbe di trasferirsi in un nuovo morbido alloggio sulla mia di testa.


E poi i fiori... non poter fare a meno di osservarli affascinata e sentire un'istintiva ammirazione per queste delicate creature che sbocciano di bellezza ora timida, ora sfacciata. Sarò pazza, ma trovo i bulbi dei tulipani tremendamente sensuali: così carnosi, sembrano gelosi di custodire fino all'ultimo il loro bellissimo segreto, finché ad un certo punto nulla riesce più ad opporsi all'impulso vitale. Questo è puro erotismo.

“Niente mi rende così felice come osservare la natura dipingere quello che vedo” (Henri Rousseau)


H.Rousseau-Il sogno
  Museum of Modern Art New York


venerdì 25 gennaio 2013

Cotto come una pera


Mi telefona il mio amico cuoco, per comunicarmi che finalmente è cotto come una pera! E cosa più importante: questa volta corrisposto.

"Sono felicissimissimerrima per te Davide, lo sai che te lo dico col cuore. Cavolo quindi adesso se con quelli della Leva facciamo la partita scapoli contro ammogliati rimaniamo io e Manzi contro tutti"
"No, solo tu, Andrea è fidanzato, dai fai il portiere"
"Ehi...senti cicciopasticcio, Andrea l'ho incontrato a Torino la scorsa settimana e quando gli ho chiesto come stava suo figlio mi ha risposto che continuo a chiederglielo tutte le volte che lo vedo, ma che è sempre Mario papà, non lui, e che anzi la fidanzata l'ha lasciato due settimane fa"

"A parte ciò, quando me la fai conoscere?"
"Intanto torna a mangiare da me dato che l'ultima volta che sei venuta qui mi hai detto che mancava qualcosa ai miei piatti e che mi serviva uno stimolo nuovo"
"Si è vero, allora vengo poi a fare la prova del nove, ma non venite mai a Torino?"
"Son venuto martedi, siamo andati sulla Mole"

"Bello, romantico"
"Ma che ne so, io ero attaccato all'ascensore perché avevo le vertigini!" 

Se non ti tratta bene la vado ad appendere al pennone della Mole, un bacio Davidino.


giovedì 24 gennaio 2013

Neko Cafè smaramiao


Sono arrivata a pensare che in un'altra vita ero il personaggio di qualche manga giapponese o una geisha, sennò non mi spiego certe cose che però adesso non sono inerenti, e perché le idee che mi vengono più naturali: quelle demenziali, dai miei amici compatrioti sono definite ridicole e nella terra del Sol Levante invece, più sembrano assurde più le realizzano. C'ho per forza un gene giapponese recessivo tra quelli dominanti che codificano per la capacità di pronunciare perfettamente "dui puvrun bagnà nt l'oli"!

In Giappone è dilagata la moda dei Neko Cafè, locali dove per 7\10 € l'ora, si possono consumare bevande ecc tra divani e cuccette e nel frattempo pastrugnare i gatti che vi abitano, senza però disturbarli o svegliarli.



Ricordo bene di aver parlato di un progetto simile, però con protagonisti i cani, ad un mio amico che mi ha messo il gomito a 90° e mi ha detto "ah Alice nel paese delle meraviglie, ma vaff...ulo". (Vero Elvio? Sappi che ti perdono per il soffocare puntualmente i miei entusiasmi di sognatrice cronica, tanto non riuscirai mai ad ucciderli, solo perché la tua capacità pragmatica e logistica mi ha tolto dai guai almeno 7 volte e così conservo ancora sette vite come i gatti.)

Pure a Vienna hanno aperto un Neko Cafè, e se l'han fatto i Teteschi significa che è un'idea sagace!

Ecco, per concludere vorrei dire a chiunque sia venuto a casa mia o ci verrà, che di già che non faccio pagare 10€ di ingresso, però smetterò di fare la farsa di sgridare i miei gatti quando camminano e salgono su ogni superficie. Non sono io che sono troppo permissiva con i miei due amorini, siete voi che non siete alla moda. E ora vi saluto perché hanno fatto cadere un vasetto di vetro porta candela e devo andare a punirli con delle frustate.



Al sole


Oggi è uscita proprio una bella giornata. Starò tutto il giorno fuori con la testa al sole. Così farò dei pensieri illuminati!


mercoledì 23 gennaio 2013

Speed Ikea


Tra le mie ventordici tessere poteva forse mancare quella Ikea Family? Assolutamente no, anzi per dirla in Svedese absolut ingen!

Questa a differenza di tante altre che ho e che consentono al massimo di presenziare ad un vernissage in Turkmenistan, almeno ti fa avere degli sconti!

Cioè, la newsletter dell'Ikea non l'ho nemmeno infilata negli indirizzi dello spam, di lei mi fidavo, e invece dopo aver ricevuto l'ultima mail mi trovo tra incudine e martello se spostarcela e le offerte andarmele a vedere solo sul sito!

Ikea... ma proprio a me dovevi mandare l'invito privilegiato per lo Speed Date che un tarlo del legno insinuatosi nel tuo cervello ti ha suggerito di tenere nei tuoi locali??

Io ci posso mettere un'ora anche solo a disquisire su una briciola di pane, non sono una figa di legno, e men che meno voglio un uomo che abbia il tempo contato per me! Un armadio vorrei, solo un armadio!


Nido


"Enri ti è arrivato un messaggio leggilo pure, io parlo tanto e c'è anche da preparare cena" "No non me ne frega un cazzo del messaggio ed è quasi tutto pronto, continuiamo pure a parlare".
Cara...

Poi torni a casa, con quelle sensazioni\convinzioni\consapevolezze di cui hai parlato poco prima, ma che sono in continuo dialogo con te stessa perché sono i lemmi con cui si esprime il tuo cuore sempre. Tradurle in linguaggio inizialmente appare come un'impresa: temi di non renderle appieno. Per restituirle esattamente profonde e nella forma in cui sono, vorresti si potessero esplicare solo in sguardi, come se l'interlocutore possedesse un microscopio speciale che puntato nei tuoi occhi lo facesse arrivare ad osservare il fondo della tua anima, e fosse in grado di vedere tutto e di comprendere esattamente tutto ciò che vede.

Torni a casa, apri la veranda per ritirare gli indumenti che avevi steso e dal condominio di fronte senti un uomo e una donna che litigano. Pensi che poco prima hai detto che hai imparato che una buona fetta del "mondo" è offensiva e sterile e che per reggerla e trascurarla è fondamentale avere un nido in cui rifugiarsi, in cui riappacificarsi da tutto, in cui riconoscere ciò che invece ti può rendere felice; e per questo continuare a sceglierlo e proteggerlo anche se significa setacciare persone luoghi situazioni, con un setaccio dalla trama molto larga che fa scivolare via tutto tranne le rare pepite d'oro, rare appunto.

Chiudo la veranda in tempo zero perché quelle voci mi provocano un istintivo fastidio. Dolcissimo, nel silenzio di casa, il rumore dei miei mici che si rincorrono. Non scambierei mai il tempo in compagnia anche solo di me stessa con un tempo riempito da persone e cose che non rimangono al mio setaccio. Quello è la vera peggior solitudine. 

lunedì 21 gennaio 2013

Cieli


Ci sono cieli che sembrano dipinti, invece sono reali, alzi gli occhi e sono lì, bellissimi.

Just Breathe_Pearl Jam

Django Unchained


Tarantino da leccarsi le dita! Sporche di sangue. Tarantino da non scomporsi se le teste esplodono come angurie, se in un western ritrovi il bravissimo Chistoph Waltz che smette i panni del colonnello tedesco di Bastardi Senza Gloria conservando le origini teutoniche e l'appeal da accattivante ed intelligente stronzo. Tarantino da personaggi e scene paradossali che paradossalmente calzano a pennello. Tarantino che ti aspetti una cosa e ne succede un'altra. Tarantino che la colonna sonora, in cui stanno in simbiosi Ennio Morricone, Black Music e Funk Soul, riesce a confezionarla come un abito sartoriale perfetto.
Django Unchained, incatenati alla poltrona!


domenica 20 gennaio 2013

Bianco


Finalmente la neve, finalmente quel manto bianco.
Bianco. Bianco è il mio colore: amo il latte, amo le cose pulite, amo le pagine bianche ancora da scrivere, amo il colore con cui puoi schiarire tutti gli altri. Bianco è luminoso, è semplice, è incorrotto, è un punto di partenza, è una possibilità. 


Bianco è la panna di una torta di compleanno con scritto "Bienvenida" per una nuova amica de México, bianco è lei che ti chiama Dianita e che in una delle ottomila mail per mettersi d'accordo (siam donne) su dove andare, scrive: 
Per me va bene tutto!! Il solo fatto che ci siete voi sono già troppo contenta! Il posto non è un problema… per me è uguale!


Bianco è una cìciula che non ti incontra da un bel po' ma che ci mette un secondo a capire che tu sei felicissima di  vederla e allora ti prende per mano per spiegarti come si chiamano tutti i Barbapapà e ti fa da maestra di ballo per una canzone da discoteca. Bianco è una risposta ad una domanda: quando lei si impunta per mettere un paio di scarpe invece di un altro suggerito da mamma e papà, tu le chiedi una spiegazione (perché poter ragionare insieme è bellissimo a tutte le età), e lei dice: perché sono le mie preferite. "E' un'ottima risposta Giulia, allora sono assolutamente le scarpe che metterai."


Bianco sono amici che senti al telefono per parlare del più e del meno e invece di stare a parlare al telefono scelgono di spararsi chilometri per raggiungerti, giusto per un aperitivo e un cinemino.


Bianco per me sono l'affetto e l'amore sinceri, perché restituiscono quella gioia senza macchia e senza paura che fa gli occhi grandi e il sorriso aperto.

Per me sono vitali gli affetti e l'amore, per me è vitale che siano bianchi.

sabato 19 gennaio 2013

venerdì 18 gennaio 2013

Cesare Francone


Verrà l'Inverno e avrà i tuoi fi-occhi.

Cesare Francone, alias Diana Pavese

Non parlare con gli sconosciuti



Veramente me lo chiedo: ma perché gli estranei si sentono di volermi comunicare cosa gli passa per la testa? Estraneo, non ti sto guardando, non ti sto parlando, cosa ti conduce proprio dalla mia persona per confidarmi il tuo verbo?

Mica è una cosa brutta, è divertente, ma ogni tanto me lo chiedo perché il Signore invece della dote chessò? di farmi vincere alle lotterie, mi abbia dato quella di attirare gli sconosciuti. 

Stamattina ero a far la spesa e nel negozio c'erano due signore e un signore anzianotti. Le due madamine erano di quelle che hanno quella voce che nelle cantorie di chiesa di paese risuona come un piffero ingoiato, che fa abbaiare i cani a chilometri di distanza; lui un signore col loden e il cappello.

Le siure escono a braccetto dopo averci messo un'ora ad accordarsi per comprare del prezzemolo e del riso e allora l'uomo mi si avvicina e mi dice: "ste due non le sopporto, abitano di fronte a me. Una volta sono andato a cena da loro e mi hanno fatto una pasta in bianco, poi sono antipatiche!"
Sorrido e rispondo: "dimmi come mangi e ti dirò chi sei". Gli strizzo l'occhio mentre si acchiappa un KinderBueno. 

Comunque oggi ero partita bene, avevo pensato: stasera mi ingozzerò come se poi dovessi andare in letargo quindi a pranzo solo sogliola e broccoli. Ho dovuto, prendere anche una fettazza di Brie, che poi sennò si pensava fossi antipatica anch'io.

Eppure da piccola me l'avevano insegnato a non parlare con gli sconosciuti!


Cit .

Tempi duri per i romantici...

giovedì 17 gennaio 2013

Ehm...ma...come dire...?


Mostra: The Human Body Exhibition, corpi umani trattati con la plastinazione. Deludente a quanto mi dicono,  molto meglio andare a visitare una sala settoria se proprio uno ci tiene. Non ci sono stata, non posso esprimere opinioni, però merita citare questa scena:
uteri con feti di 12-16 settimane preparati con qualche proteolitico o lisante che aveva sciolto tutti i tessuti  e gli organi tranne la parte cheratinica della pelle e gli abbozzi delle ossa in formazione. Risultato: una ragazza esclama all'amica: "guarda! non sapevo che i feti a quest'età fossero trasparenti, sono fatti d'acqua!"

Spero che i curatori delle mostre siano sempre più attenti a fornire i corretti strumenti di lettura per ciò che si sta guardando che sennò rimaniamo la terra dei cachi, e spero che alla tipa non venga mai una cisti sebacea sull'addome perchè magari la scambia per una gravidanza.

Una volta c'era l'Allegro Chirurgo, cambiano i tempi...adesso c'è questa:
A volte è vero che si stava meglio quando si stava peggio.

mercoledì 16 gennaio 2013


Neurino

Camminando in una strettoia sul marciapiede mi sono scontrata con un signore, veramente è più lui che è venuto addosso a me. Ci fermiamo entrambi.
"Mi scusi tanto" dice lui.
Patato... era un cieco. Allora dico io: "Scusi lei, colpa mia". Poi Neurino, il neurone del mio cervello che poverino è nato sbilenco rispetto agli altri ma è tanto carino e cerca comunque di rendersi utile dando da mangiare al criceto sulla ruota, ha ritenuto impellente farmi aggiungere:
"Sono io che non stavo guardando dove andavo!"


A volte ci penso a tagliare gli impulsi elettrici a Neurino, ma poi con che coraggio spiegherei al criceto che il suo amico non c'è più? Io sono amante degli animali!

martedì 15 gennaio 2013

Mai e poi mai

Mai e poi mai incastrare oggetti tra spalla e orecchio, a meno che non si abbia un bicipite largo come quello di un toro o l'oggetto in questione non sia costruito per rimbalzare.

Mai e men che meno mai incastrare oggetti tra spalla e orecchio su un balcone.
Noooooo-3°piano-oooo-2°-oooo-1°-oooo-Scrack.


Si è addormentato nelle braccia del Signore della Tecnologia, all'età di 2 settimane
 Samsung Galaxy SII. 
Ne da il triste annuncio la signorina Francone che d'ora in poi ha fatto voto di utilizzare il proprio cinto scapolare solo per fare spallucce.
Si fiori, qualsiasi altro regalo, ma anche opere di bene, tra cui possibilmente l'invenzione di un touch screen di titanio.


venerdì 11 gennaio 2013

Andar per pensieri



"Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita
senza mai scalfire la superficie dei luoghi
nè percepire nulla dalle persone appena sfiorate.
Ti meravigli se viaggiando ti sei annoiato? Portandoti dietro te stesso hai finito col viaggiare proprio con quell'individuo dal quale volevi fuggire.
Spostarsi è facile, spesso lo impone il lavoro, o si vola in vacanza dall'altra parte dell'emisfero per tornare indietro identici a come si è partiti. Muoversi con occhi sgranati è inutile, quando l'anima resta chiusa nella cassaforte di casa... quando non lo è, l'uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perchè, nel frattempo, lui stesso è cambiato.
Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare.
Alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza, più profonde del linguaggio e delle abitudini: seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con qualcuno la magia di quella scoperta."


Ode alla Vita
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti. 

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. 

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. 

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. 

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. 

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. 

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. 

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. 
Pablo Neruda 

martedì 8 gennaio 2013

sabato 5 gennaio 2013

Trova le somiglianze

Mi hanno suggerito una somiglianza tra questa Lady e quella a destra del blog... (forse nella spada? però la mia non si vede, è dietro infilzata tra le scapole)


Non saprei, nel frattempo che confronto mi sento questa sigla del cuore!

Un sincero plauso

Davvero un sincero plauso alle persone:
-che sanno affrancarsi dalla concezione che la regola del quieto vivere assicura un benessere valido,
-per le quali esiste qualcosa di sacro e fondamentale sempre e comunque,
-che a certi compromessi e manipolazioni o al mistificare, per avere una parvenza di culo al caldo, preferiscono averlo al freddo che gela,
-che vogliono scegliere e non lasciare che qualcosa decida sempre per loro,
-che hanno il coraggio di lasciare una strada ormai esausta anche se non ce n'è già un'altra pronta e la devono tracciare,
-che invece di fare le lamentose insoddisfatte croniche, decidono di porre fine alla causa dell'insoddisfazione e basta,
-che se non hanno la forza di cambiare lo status di proprio malcontento almeno smettono di riversarlo sugli altri,
-per le quali le azioni parlano la stessa identica lingua delle parole,
-che non sono assuefatte alla cultura dell'alibi ad hoc per ogni circostanza e che ad un certo punto i primi da cui non li accettano più sono loro stessi,
-per le quali scappare di fronte a un problema è un sacrilegio,
-che non si preoccupano essenzialmente di avere un bel vestito da agnellini per confondersi nel gregge (che tra l'altro è lo stesso di cui sparlano e poi sfruttano per tutelare se stesse),
-che normalmente colpiscono positivamente ma è nel difficile che stupiscono e convincono, per quanto sanno  comunque dimostrare il meglio invece del peggio,
-che non ritengono dovuto nulla che non diano,
-che volendo possono predicare bene perché razzolano allo stesso modo,
-quelle che se le si addita come presuntuose o le si sminuisce è solo perché non si è in grado di reggere il confronto.


Riflessioni pour parler...Tanto quasi tutti si dorme sereni perché se si prende come riferimento la media  possiamo considerarci persone più che accettabili, no? 


Certo che riuscisse proprio a stare sui coglioni sta media che poi è una massa di calore artificiale, molto abile nel far credere di essere l'unica capace di accogliere e dare una vera dignità tra pari(cannibali ignoti), magari non si sarebbe quasi tutti a dover prendere Maalox.
Sta grande,rassicurante,comprensiva famiglia che se la metti in discussione o non sei uno da divisa comunitaria, farà sicuramente il possibile per farti sparire, sentire demente, o almeno stufare.


Ci vogliono proprio le palle per riuscire a guardare in faccia e sfidare qualcosa che farà sempre di tutto per trovare la pagliuzza nel tuo occhio invece di guardare la trave nel proprio.
Se chi ci prova vince, poi però chissà come si sente tremendamente felice? Cavolo ha compiuto un'impresa! Metti che alla fine trova pure qualcun'altro cazzuto che gli da sostegno? Viene fuori una festa per la vittoria indimenticabile!

Sa, basta parlare di queste cose, che mi stanco già solo a scriverle, figuriamoci dovessi mettermi a farle...


martedì 1 gennaio 2013

Botte di fine anno


Comoda nottata danzereccia per fare ancora un brindisi o dieci. Comoda perché le scarpe erano quelle basse da dopo lavoro.

Dato che non dovevo concentrarmi su metodi di training autogeno per dimenticare la stanchezza dei piedini calzati in tacchi vertiginosi ho potuto fare la cosa che mi piace di più: osservare la gente intorno. Mi becco sta scena.

Lei: bella donna sulla quarantina, molto curata, labbra e naso rifatti, ma rifatti bene, vestita adeguatamente: attraente, non volgare, non emule di una diciottenne con la panza e le tette di fuori.
Lui: o belloccio che tra gli altri spicca, capelli abbastanza lunghi che fa figo e ribelle (o anche paggio), fisicato,  con l'aria da "te piacerebbe fare un giro eh?", di quelli che mi sa che hanno il Suv grandissimo perché ce l'hanno piccolissimo oppure la Mini da eterni bimbiminchia. 

La città è piccola, tutti più o meno si conoscono, quando si arriva ci si saluta con un calore e degli avviluppamenti da Decamerone.
"Scusami Ale, sono io bigottissima o sembrano tutti i fidanzati di tutti?"
"Dai è Capodanno! Si è un po' più allegri."
"Si va beh, e che è? quando uno è tanto allegro e ha il tasso alcolico alto si deve trasformare in Rocco Siffredi e Cicciolina?"

Fatto sta che i due di cui sopra evidentemente si conoscevano. Ad un certo punto si siedono su un divanetto, lei con la gamba accavallata con nulla da invidiare ad Alba Parietti, composta ma protesa verso di lui che è stravaccato con le gambe larghe, evidentemente a far prendere aria ai carboni ardenti.

Si parlano vicini vicini, c'è ormone nell'aria. Poi arriva una che si jetta su di lui, l'altra stoppa di parlare, la nuova arrivata lo abbraccia un po' e si rialza per andare a giocare a tetris corporeo con un altro tipo. Paggio (l'ho soprannominato così) non fa nemmeno la finta di essere un minimo infastidito dalla invadente intromissione e anzi gonfia il petto come il gallo del pollaio.

Si alzano, ballano stretti continuando a parlare, forse per mettersi d'accordo: poi si va da te o da me? e a un certo punto lui si allontana e lei si risiede. Scherza con altri amici però tenendo sempre l'occhio nella direzione da dove Paggio dovrebbe ritornare.

Torna, sarà andato a rinfrescarsi l'ugola per la serenata che canterà dopo, sembra che tiri dritto verso di lei che infatti lo punta e gli sorride a metà tra il malizioso e il contenta, e lui stupisce con effetti speciali (saprà che per conquistare una donna bisogna sorprenderla): derapa senza cagarla minimamente. In tempo zero lei toglie il sorriso e mette un'aria da fintissima indifferente alla cosa.

Paggio da un po' di pacche sulle spalle agli uomini, passa tra alcune donne come un'auto tra le spazzole rotanti dell'autolavaggio e finalmente, tirato a lustro, può dirigersi dalla sua bella. Un vero uomo sa come farsi perdonare, infatti appena arriva le tira su il cardigan per guardarle scherzosamente il culo. A questo punto ho visto proprio che lei l'ha guardato e perdonato..., ma invece di prenderlo e appenderlo al lampadario per le mutande deve aver pensato che quello era il meglio che passava il convento in tempi di crisi.

Capisco che c'è il detto che chi non tromba a Capodanno non tromba tutto l'anno, e magari lei era superstiziosa, però santoddio!


Non è affatto questione di far la puritana, che quando entro in chiesa si incendia l'acqua santa, ma penso  che se si sceglie di passare dei momenti di puro sesso droga e rock & roll, che si scelga comunque un uomo che per il tempo che si passa con lui, minuti, ore, faccia sentire l'unica per cui ha occhi, pensieri, attenzioni.

Sennò poi stiamo a lamentarci che sono tutti stronzi, ecc ecc, ma chi è che glielo concede e li lascia nella tranquillità che vada benissimo anche così? 

Detesto un maschio nella stessa misura in cui adoro un uomo.