Questa mattina sono stata svegliata di soprassalto da una voce al megafono. Dopo un primo pensiero di ghigliottine che mozzavano la testa a cui apparteneva quella voce, è suonata la sveglia, ok, allora non mi trovavo ancora nel cuore della notte.
Era l'animatore di qualche Estate Ragazzi, che a un certo punto ha pronunciato la frase: "gioco libero", a cui è seguito un boato di "ieeeeee!"
E' una frase che ha risuonato anche dentro di me, per quell'afflato che la parola gridata "libertà" evoca.
Libertà non è sregolatezza, non è anarchia, più probabilmente è l'esatto contrario.
Libertà significa uno spazio in cui sentire non solo di poter stare, ma di poter esistere, esprimersi.
E' una mensola in alto su cui poggiano bene in vista delle cornici che servono per inquadrare e proteggere l'immagine che contengono e che si vuole poter guardare sempre senza che si rovini.
E' non dover necessariamente riempire o svuotare il tempo per dargli un senso, è un flusso dell'una e dell'altra cosa senza forzature.
E' una curiosità e uno spirito che sfrecciano a perdifiato senza stancarsi perché trainati da una fermezza di idee e consapevolezze.
Libertà è sentire di esserci ovunque si è, qualunque cosa si stia facendo, perché si ha sempre con sé l'unica cosa indispensabile: la propria testacuore.
Libertà è una conquista e dignità.
E' un'armonia che partorisce un senso di possibilità infinita e apertura.
E' un'armonia che partorisce un senso di possibilità infinita e apertura.
È il sentire di dare alla propria esistenza un'impronta unica ed irripetibile.
Ecco perchè il "gioco libero" strappa urla di gioia, perchè è la cosa più bella e appagante che si possa sperimentare.
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