venerdì 2 novembre 2012

Romanzo d'Autunno


L'Autunno non era più alle porte, era entrato di diritto nella propria costellazione. Seduta al sole dopo una lunga camminata, veniva voglia di levarsi la giacca, ma sapeva che appena lo avesse fatto avrebbe sentito freddo.

Aveva un'omeostasi della temperatura corporea soggetta a leggi fisiche aliene, mezzo grado sopra accaldata, mezzo grado sotto infreddolita.

Uno di quei giorni in cui quasi tutti sono impegnati da un'altra parte di dove ti trovi, e le poche figure che compaiono sembra si muovano lontane come in una pellicola di fine Ottocento colorata a mano o come se le si guardasse da dietro una finestra colpiti da uno stato febbrile che ovatta le percezioni.

Se ne stava lì, apparentemente immobile, come una lucertola di cui si vede solo il sottile collo pulsare. Anche la calma totale per lei era qualcosa che non sottostava a leggi precise. Impossibile trovarla solo sforzandosi di contare fino a dieci, cento, mille, tentando un qualsiasi tipo di training autogeno, respirando profondamente.

Ogni tanto, fortunatamente, semplicemente la calma si impossessava di lei. Di solito le succedeva quando  il trauma per una delusione profonda lasciava spazio alla consapevolezza che anche cercare di guardarla con occhi diversi che non la rendessero tale, la portava solo ad un'altra delusione ancora più desolante.


Non doveva più sforzarsi disperatamente di girare la sua visione come un cubo di Rubik per trovare una comunanza di colori che spegnesse il dolore, questo lo aveva faticosamente compreso. Il dolore proveniva da un colore che stonava con i suoi che non avevano nulla di sbagliato o da correggere. 

Come un pegno di fiducia e amore, aveva affidato totalmente ad un altro la possibilità di scrivere le sue pagine bianche e lui, incautamente, ripensamento su ripensamento, correzione su correzione, gliel'aveva restituite strappate.

Si vedevano i passaggi della matita che aveva disegnato strade senza uscita, nomi diversi dal suo, propositi depennati, entusiasmi castrati, speranze soffocate da un nodo. 

Pagine occultate in qualche angolo nascosto, ma erano le pagine più preziose della sua anima.  Chi  è colui che può lasciare che le tessere di un mosaico bellissimo che dice di adorare si sgretolino sotto il suo sguardo impassibile? Rimarrà un vuoto incolmabile. Inconsapevolezza innocente o noncuranza ignobile?

Non voleva più chiedersi queste cose, ne stava veramente prendendo la distanza. Le domande avrebbero finito di porsi e taciuto per sempre in quella calma ricostituente, era la calma di un traguardo. 

Era pronta anche alle lacrime che probabilmente sarebbero ancora nate, perché da allora sarebbero state liberazione e sfogo e non più una richiesta d'aiuto mai voluta essere accolta. Da allora avrebbe accettato per sé solo risposte che fossero arrivate senza cercarle. 

Come quel passaggio immenso che eppure sembra così semplice, di migliaia di dati al secondo che avviene silenzioso e completo tra elementi adatti ad essere sincronizzabili.

Occhi limpidi e grandi che l'avrebbero guardata senza sguardi interrogativi, titubanti o vacui, perché  per loro stessa natura capivano benissimo che lei arrivava da lontano ed era stanca di raccontare la sua lunga storia. Nessun racconto avrebbe mai dovuto sostituire o potuto restituire quelle sensazioni che si deve semplicemente essere in grado di respirare e accudire per quanto sono intime, profonde e vivide.

Ora le era venuto molto appetito, sarebbe andata a casa a cucinare, non lo faceva quasi mai, non era  proprio esattamente nelle sue corde, ma quel giorno si, voleva che la sua cucina potesse essere definita per davvero una cucina. Le piaceva poter dare il giusto nome alle cose che ne hanno uno.


It’s time to say goodbye to turning tables...Standing on my own two feet.
Adele http://www.youtube.com/watch?v=dx7sLNyIeQk


3 commenti:

  1. DANZA DELL OPPIO:"Dio oppio,concedimi tutto quello che nessun altro mi può dare!Concedimi il tuo abbraccio di stelle!Dio oppio, tu che fai nascere e morire,che sei il fuoco che consumi senza bruciare,dammi l ' eternità fuggevole e senza fine,dammi ancora la poesia del tuo abbraccio di stelle".Dio oppio trasforma me in un cielo brulicante di astri portami in quel rifugio dove l'universo ignora se stesso e i patimenti svaniscono,la dove l' allegria è eternae dove il cuore,l' anima persino il sesso,insomma tutto è mandato dalla musica,in cui il niente,il niente di niente è il denominatore che trionfa!......Cara amica mia,come vedi,basta una danza....a volte x mandar via la tristezza.La donna nn è mai tanto bella come quando alza gli occhi verso il cielo,tutti i ragionamenti degli uomini nn valgono un sentimento della donna......ERA IL 1995 ERA AGOSTO SUL MIO DIARIO SCRIVEVO QUESTA DANZA E QUESTO ELOGIO SULLA DONNA.OGGI 2012 NOVEMBRE,RISCRIVO LE STESSE COSE,RICORDI CHE MI ACCOMPAGNANO,RICORDI CHE MI RICORDANO QUELLO CHE ERO E QUELLO CHE SONO....SEMPLICEMENTE BROOKS....C ERO ALLORA X TUTTE LE XSONE A CUI VOLEVO BENE,CI SONO OGGI X TE,XCHE' IL BENE NN E' ANCORA FINITO.BROOKS....

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  2. Alla fine di tutto......la verità è una ....godiamo di ogni momento...ma che sia con persone in cui crediamo e stimiamo anche perchè la nostra unica e sola ricchezza è il tempo.è quando lo dedichiamo a persone,cose,situazioni che ci prosciugano energie senza restituirci qualcosa che ci fa stare bene che ci sembra perso.e forse lo sarebbe davvero se almeno non ci insegnasse a non perderne ancora.

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  3. A solis ortu usque ad occasum laudabile nome domini3 novembre 2012 alle ore 00:35

    In hoc signo vinces.....è l'unica verità, tutto ruota solamente intorno a noi.....e forse è il caso che iniziamo a prenderne atto......

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