mercoledì 9 ottobre 2013

Supercalifragilistichespiralidoso


Il tempo trascorso con Alessandro è una cura disintossicante dal mondo lambiccato degli adulti. Non è un tempo semplice o semplicistico perché impone mille occhi su di lui e intorno a lui e la coscienza vigile di essere perennemente all'esposizione del suo sguardo, quindi di essere in ogni momento potenziali esempi per qualsiasi atteggiamento corretto o scorretto.

Il tempo con un bimbolino è essenzialmente una riscoperta del mondo e una finestra su quali siano le nostre valutazioni di esso e le nostre sensazioni. E' lui il pulcino che ha ancora tutto da vedere e imparare ma siamo noi che abbiamo la possibilità di rimetterci in discussione, rivedere o confermare le nostre risposte ai quesiti del "come vivere?" e soprattutto del "cosa vogliamo e siamo in grado di trasmettere?"

Per esempio ho scoperto che potrei iscrivermi ad una competizione internazionale di imitazione di animali da fattoria con un certo margine di successo, mentre con quelli della Savana la strada è ancora lunga.

Sono innamorata di Alessandro, è un bimbo con un sorriso che racchiude un cielo e dischiude il mio. Spero cresca con un animo dolce e coraggioso, ci penseranno sicuramente mamma e papà a questo.

Nel frattempo io, quando sono con lui prima di andare a nanna, me lo porto in braccio alla finestra e guardiamo insieme fuori, il buio, per conoscerlo e non averne paura. Io gli dico che l'indomani quando si sveglierà sarà di nuovo giorno, con la luce, così sempre, e che tutte le cose non sono sparite, solo bisogna guardare meglio perché i nostri occhi non sono abituati a vedere al buio. Dopo la prima volta, la seconda me l'ha chiesto lui dicendo: "buio".
Adoro stare con lui in ogni momento, ma poterlo accompagnare nei sogni è un momento a cui tengo particolarmente. Vederlo e sentirlo tranquillo di essere con me e addormentarsi sereno è qualcosa che mi appaga come poche altre occasioni.

(Ognuna ha le proprie doti con gli uomini, io avrò quella di farli addormentare)

Spero di esserci per suoi tanti, tantissimi, futuri sogni.

P.S. Romario (Romina e Mario) sono tanto contenta che mi abbiate preferito a una baby sitter col pedigree. Solo... se poteste venirmi incontro assicurandovi che tutte le immagini che ci sono in casa siano facilmente riconoscibili, ve ne sarei grata. A precisa richiesta su indicazione digitale (col dito), sono stata molto indecisa se battezzare un uccello stilizzato come: cicogna, trampoliere, o cavaliere d'Italia. Ci terrei a non fare brutta figura. Grazie.

6 commenti:

  1. We love Diana!
    RoMarAlenano

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  2. Delicatissimo e tenero post, quasi un intimo colloquio che induce ritegno nel farsi commentare.
    Per il timore di stonare come il barrito di un elefante in un'orchestra di usignoli.
    E tuttavia non si può sottacere che quello che hai scritto è anche un curriculum perfetto, che molte e molteplici sono le doti che ti vanno riconosciute, al netto dell'unica che spiritosamente ti attribuisci.
    E se il bimbolino crescerà senza paura per il buio sarà merito anche del chiarore del tuo animo.

    Easyciao

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    1. Ciao, wow! Non so quali alti meriti potranno essermi riconosciuti nel lungo periodo, ma per ora direi che mi concentro a non cagionare danni e restituirlo ai genitori sano e salvo.
      Sono rimasta colpita dalla costanza e dalla generosità nell'elogio personale di sconosciuti(me), tanto da chiedermi se fossimo davvero sconosciuti. Curiosando qua e là sul web ho potuto notare che tu ce l'hai proprio come predisposizione naturale di nutrire l'autostima degli altri in questa maniera viscerale. Non si potrà mai dire che sia una cosa spiacevole da ricevere e anzi è lodevole chi per sommo altruismo e bontà d'animo si adopera nel valorizzare le qualità che scorge nell'animo altrui, ma la forma è quanto di più detestabile se non corrisponde a una schietta e acclarata sostanza. Per questo mi risulta sibillina e molesta la combinazione che le persone meraviglioserrime in cui ti imbatti e per le quali ti spendi in iperbolici e cesellati encomi, praticamente sono tutte donne e nessuna sia un cesso a pedali

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  3. Ciao a te,
    permetti che sorrida.
    Ho un’età, a scapito del nome che porto, che mi autorizza a farlo.
    Non ho un blog invece, né mi interessa aprirlo.
    Nutro stima e curiosità per chi lo fa con impegno e intendo che ammetta di relazionarsi sulla base di un reciproco rispetto.
    Scrivi che la forma è detestabile se non corrisponde a una schietta e acclarata sostanza.
    Giusto, anche se appare già come una sentenza la tua.
    E io non sento l’esigenza di dovermi difendere o dimostrare la buona fede.
    Son tutte donne e nessun cesso a pedali, scrivi.
    Non mi appartiene come definizione e non mi fa più sorridere.
    Avrei preferito avessi notato che cinque fra loro hanno pubblicato libri e che i blog che frequento annoverano una platea di commentatori di tutto rispetto.
    Non mi sarei aspettato tanto impegno nel presentarmi al pubblico dei tuoi come iperbolico cesellatore di encomi e falso adulatore, per quali fini lasci intendere.
    L’avevo già notato, su altri vecchi tuoi post, il talento nello sberleffo e nel fare a pezzi le persone con frasi ad effetto.
    E va bene, hai colpito ancora, non sarò l’ ultimo.
    Tolgo il disturbo e ti auguro buona vita.

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    1. Qualsiasi confronto è degno di rispetto,anzi forse sono proprio quelli in cui c'è qualche sassolino nella scarpa che estrapolano più verità.
      Non c'era intenzione di presentare nessuno a nessun pubblico, sei uno pseudonimo non un nome e un cognome e scrivo quasi come fosse un diario, infatti credo che il mio pubblico non sia vasto e si componga essenzialmente delle persone che mi conoscono. L'unico contatto con te era questo mezzo e sono consapevole di aver probabilmente eluso le regole di un blog in cui se qualcuno fa complimenti li prendi e ringrazi e se critica al massimo non lo consideri o elimini il commento.
      Io considero chiunque e mi faccio delle domande sempre e su chiunque,e le espongo, sempre e con chiunque. Il confronto con me può non essere piacevole perché se qualcosa mi puzza di falsità divento caustica, ma il confronto non lo evito praticamente mai. Questo credo sia una forma di rispetto, lo sbeffeggio nasce quando non si espone ciò che sinceramente si pensa, per indifferenza, timore o tornaconto e non ci si mette la faccia.
      Credo che l'unico vero modo per fare a pezzi le persone sia mostrarsi per ciò che non si è o farle sentire trasparenti e incorporee. Detto ciò ti ringrazio per le critiche che spesso sono più stimolanti delle lodi. Pace e bene.

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