Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi. Per me è stata Pasqua con i tuoi, che poi coincideva con il chi vuoi.
Primo pomeriggio a casa della zia, special guests mio cuginetto Simone e i suoi cuginetti Elisa e Lorenzo.
Quanto un uovo di cioccolato può far felice un bimbo! Lui è abituato alle uova delle sue galline, quelle non hanno dentro macchinine e quant'altro.
Espletata l'apertura, noi bambini abbiamo deciso di non rompere le uova nel paniere agli adulti e andarcene a fare una passeggiata in campagna.
La campestre combriccola: Diana 30, Lorenzo 9, Elisa 4, Simone 3.
Devo dire che ne ho avuto una certa soddisfazione quando nonostante gli spasmi muscolari dopo la camminata portandoli a turno a cavalluccio, li ho stracciati tutti a "l'orologio di Milano fa tic tac" e "strega tocca color". Eh...niente da fare, l'esperienza è fondamentale per fare un buon giocatore.
Chissà perché per i bambini non è lo starnuto quello contagioso, ma la pipì. "Truppa, organizziamoci: Lorenzo per favore aiuta Simone, io accompagno Elisa nel bagno delle donne qui dietro al pioppo"
Ci salutiamo, io e Simone ci sbaciucchiamo. Sto per salire in macchina. Elisa mi chiama, le chiedo cosa c'è. Viene vicino e sottovoce mi dice: "posso darti un bacio anch'io?". Mi sono sciolta come un cioccolatino a bagnomaria. "Scusa stellina! io non te l'ho dato solo perché pensavo non lo volessi, certo che puoi darmi un bacio, io posso dartene due?"
Ritornata dai miei nonni ho visto che stava rientrando a casa sua anche Gina (post: Enea). Le sono andata incontro. Lei mi dice che arrivava dal cimitero. Fa per darmi i due baci di rito. Io non ho l'abitudine di darli manco in situazioni normali, figuriamoci in quelle particolari. Forse sono stata invadente, ma l'ho abbracciata. Volevo abbracciarla.
Il suo contegno e i suoi occhi lucidi. Per un attimo in silenzio. "Lo so che ti sembrerà una cosa strana, non ci vediamo da tanto tempo, ma se vuoi qualcuno con te a casa e tu piangi soltanto senza dire nulla, io vengo". "No" secco.
Facciamo ancora due parole.
"Senti, allora se ti va vieni a prendere un caffè?" "Si."
"Sai, questa settimana più o meno è passata, tante cose da sistemare, ma oggi...ci sono giorni più brutti di altri, poi chi mi ha chiamato per farmi gli auguri di Pasqua...e ho dovuto rispondere con educazione, a loro modo sono stati gentili. In certe feste noi staccavamo addirittura il telefono mezza giornata, stavamo insieme senza che nessuno potesse rompere"
"Immagino. In certe occasioni le persone non sanno come muoversi perchè alcuni discorsi, chissà come mai anche se sono la parte più veritiera della vita, sono tabù, e si fanno solo gaffes o danni. Quando invece basterebbe abbandonare gli schemi e la retorica. Questo è il tempo del dolore grande, non ti serve certo che qualcuno lo dissimuli costringendoti a fare l'ulteriore fatica di indossare una maschera."
"Si, pensa che il giorno prima del funerale mi han chiesto se non avevo paura di stare qui a casa da sola. Ma io preferivo, lui era di la, ancora con me. Volevo dirgli che io non ho mica paura dei morti, ho paura dei vivi."
Ad un certo punto una telefonata, "Gina, rispondi pure tranquilla, io vado". Ha risposto ma mi ha fermata sulla porta: "Stai ancora un po'?" "Si."
E' stato un caffè molto lungo, quattro ore. Racconti di com'era Enea, delle loro abitudini, di come l'ha voluto riportare a casa quando non c'era più nulla da fare, per tenerlo tra le sue braccia fino alla fine, della pochezza di certa gente perché la loro coppia funzionava e invece di attirare ammirazione provocava invidia, di cos'era stato amarlo profondamente e adesso ritrovarsi improvvisamente sconvolta, perché era per sempre senza la persona che rispettava e di cui si fidava di più. Abbiamo parlato di desideri, delle possibilità, di cose da donne, di me, del mare, degli animali, ha voluto che le leggessi ciò che avevo scritto su loro due. Abbiamo parlato di qualsiasi cosa venisse in mente, persino delle elezioni. Per alcuni istanti credo che il dolore non l'abbia avuta vinta.
Ho scoperto anche che Gina ha un bellissimo quadro con l'albero genealogico della propria famiglia, ma la vera sorpresa è stata che si interseca con la mia parte paterna. Decine di storie, decine di sorti..., e anche il mio nome, a conclusione di un ramo. L'ho toccato.
Chissà. Chissà se a quel ramo spunterà un nuovo bocciolo.
"Lasciami il tuo numero, magari ti chiamo per fare di nuovo due parole se non ti disturbo". "Non ho capito l'ultima parola che hai detto comunque te lo scrivo qui. Una cosa voglio solo ancora dirti. Adesso lo so che ti risulta impensabile l'idea di guarire da questa sofferenza, ma tu hai una cosa bellissima che pochi hanno e che sarà la tua forza: tu hai vissuto la tua vita fino a qui esattamente nel modo e con chi volevi viverla, hai dato tutto ciò che potevi, hai ricevuto tutto ciò che volevi, tu non hai rimpianti verso di lui nè verso di te. E' purtroppo finito un ciclo perché l'ha deciso il destino, ma tu sarai in grado di aprirne un altro. La bellezza poi si ricrea intorno alle persone che sono belle, è come un richiamo."
"Grazie di essere stata qui. Mi sento un po' più di speranza."
Fuori ho avuto lacrime di commozione, è stata una delle cose più belle che mi sia sentita dire.
Forse è stata la mia Pasqua più intimamente vicina al suo significato religioso: nascita-morte-rinascita.
E' in mezzo a queste cose c'è l'autostrada della vita. E c'è che se non si conosce bene il proprio cuore si sbaglierà sempre svincolo e non si avrà mai il privilegio di sentire di averla percorsa a pieno.
Iris_Goo Goo Dolls
E ho rinunciato per sempre a toccarti
perchè so che tu mi senti in qualche modo
tu sei più vicina al paradiso di quel che io sia mai stato
e non voglio andare a casa ora
e tutto quello che posso assaporare è questo momento
e tutto ciò che posso respirare è la tua vita
perchè presto o tardi è finita
e io non voglio perderti questa notte
e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono
e tu non puoi combattere le lacrime che non stanno per arrivare
o il momento della verità nelle tue bugie
quando tutto sembra come nei film
si tu sanguini solo per capire che ancora sei vivo
e io non voglio che il mondo mi veda
perchè non penso che la gente capirebbe
quando tutto è stato fatto per essere distrutto
io voglio solo che tu sappia chi sono
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