ParaNorman. Un "horror" in cui un ragazzino con una caratteristica particolare è l'unico in grado di annullare la maledizione di una strega sulla sua città.
Una storia che scorta con sé intelligente ironia e un lieto fine per nulla convenzionale e perciò incolore.
Un film d'animazione per ragazzi, ma dal respiro molto maturo.
Un "tutto è bene quel che finisce bene" realistico e schietto: nessuna storia d'amore che si concretizza, né precetti sciropposi.
La paura che genera comportamenti sbagliati e meschini, il bandolo della matassa nessun superpotere ma semplicemente una ragione più ampia e illuminata di altre, la stragrande maggioranza che si ravvede ma solo momentaneamente per salvare la pellaccia e poi torna con i propri aspetti più o meno gretti.
Una strega fatta diventare tale, che ne ha ben donde di essere incazzata ma alla fine rinuncia alla sua maledizione non per perdono ma perché il suo animo non sia bieco come quello di chi l'ha fatta diventare malefica.
L'eroe a cui non gliene po' fregà de meno di essere celebrato tale, che invece lo è assolutamente perché nel suo agire non è stato spinto da desideri di gloria e riconoscimento bensì dalla propria natura buona e sensibile. Quando tutti salgono sul carro del vincitore le sue uniche attenzioni vogliono essere per l'unica persona che gli è stata vicino e lo ha aiutato fin dall'inizio, insomma, l'unica che teneva realmente a lui.
Morale della favola: il mondo, da che mondo è mondo, è mediamente deludente, ma c'è e ci sarà comunque sempre qualcuno, seppur in minoranza, per cui vale la pena spendersi ed essere migliori.
Superata per forza la riluttanza di vederlo in 3D (dopo un po' mi fa venire il mal di mare) perché o così, o vattelo a vedere a Timbuctù. Nessun effetto collaterale, si starà affinando la tecnologia.
Nessun commento:
Posta un commento