"Quando avevo 5 anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi chiesero cosa volessi essere da grande. Scrissi: "felice". Mi dissero che non avevo capito il compito, ed io dissi loro che non avevano capito la vita."
Che poi si dice che la passione sia effimera... forse perché si pensa che nasca dal corpo, ma ci si confonde, la Passione è quella che nasce dalla testa, un patto, tra pelle e anima.
La Passione ce l'hai dentro, a volte anche quando non la identifichi e traduci con un nome preciso, e ti senti annichilito se non fluisce, e vivo solo quando la vivi e te ne lasci trasportare. Quando ti riveli in lei e lei si manifesta in te e attraverso te.
Per questo Passione è il contrario di distanza, è il contrario di rinuncia, è il contrario di incertezza. Passione è sinonimo di cuore che batte, è sinonimo di impegno, è sinonimo di naturale, sincera e necessaria espressione. La Passione è tanto più intimamente profonda quanto più è lampante.
Passione è ESPLOSIONE!
Condividere è importante, è molto bello, se si condivide un'allegria diventa ancora più divertente, se si condividono opinioni ci si sente ancora più convinti, se si condividono emozioni si creano legami.
Ziofà, ma avrà anche una qualche importanza cosa si condivide-con chi?! Va bene tutto con tutti? Così diventa un'ammucchiata, mica uno scambio positivo che ti lascia veramente qualcosa.
Adesso su Facebook (che San Mavaff da Anculo la abbia sempre in gloria sta macchina voyeuristica e saldaamicizie da fila per la toilette) impazza la pagina PSDM: prestazioni sessuali di merda.
Confessioni piccanti su come il lui o la lei di turno abbiano fatto cilecca o abbiano reso l'esperienza un'alternativa preferibile forse solo all'estrazione di un dente.
Ne ho lette alcune sul giornale, più i dettagli sono da "vogliomorire" più grasse sarebbero le risate, o comprensive le pacche sulle spalle tra amici. Se appunto venissero raccontate ad un amico\a, a qualcuno che almeno si conosce!
Si parla della propria sfera privatissima cavolo, possibile che anche questa sia alla mercè di chiunque? Si, evidentemente si. Un po' tristerrima come cosa, anche perchè non è una privacy rubata, è proprio consapevolmente gettata nella fossa biologica.
Ah, ma no, già è vero, mi sbaglio, c'è l'anonimato delle storie. Che meraviglia avere il coraggio di far corrispondere il nome alla propria persona solo quando ci sono da mostrare le tette e i bicipiti o quando si fa una donazione alla casa dei poveri vecchi.
Vabbè in quasto caso meglio così, è una tutela, che a scrivere saranno dei bimbiminkia o adultiminkia con una coscienza di sè così labile, che avranno già da gestire i nodi che puntualmente prima o poi verranno al pettine.
Auguri a tutti di poter scoprire che una sana sessualità è qualcosa che nasce da una sana interiorità amorevolmente custodita, e che non sono solo le ventordicimila volte che stai orizzontale o che alleni la muscolatura pelvica che ti fanno maturare dal punto di vista sessuale.
Il modo di scoprire nel proprio corpo una fantastica chiave di piacere davvero unico e appagante penso possa nascere solo instaurando prima un dialogo molto profondo e intimo con la propria psiche. Non si giungerà tutti alle stesse risposte e allo stesso risultato, perché ogni testa ragiona, sente, vive a modo proprio e secondo le proprie possibilità, ma sicuramente arrivare ad avere un contatto vero con se stessi prima di parlare, seleziona molto le cose che si sentono veramente di dire, su cui voler e poter commentare, e in quale spazio.
E adesso fàmose na risata che pure quella libera endorfine e catecolamine.
Il ridicolo e patetico circo delle emozioni dove pagliacci e pagliacce inseguono la superofferta prendi2 paghi1, il resto arraffalo a telecamere spente, fai l'affamato quando si riaccendono e insinua ragionevoli dubbi sulla pancia sospetta degli altri.
Occhi col nistagmo di un piccione dal campo visivo limitato, che per capire che cosa cazzo ha intorno e come cavarsela, deve farli andare avanti e indietro come schegge impazzite. Che abisso dall'occhio di un cane da caccia. Si muove si, attento solo a seguire la sua traccia, e quando la trova diventa immobile, fisso non vitreo, non vacuo, determinato e ardente. Prenderlo di peso o ammazzarlo per distrarlo e smuoverlo. Mancare il colpo, per deluderlo e avere la sua viva frustrazione.
Rara quasi estinta, la qualità di avere dentro di sé un valore e dei valori così visceralmente intimi e sinceri, che preferisci spararti in testa piuttosto di provare il disgusto di disingannarli e smentirli.
"Le azioni che durano un istante ma che sono destinate a durare in eterno nascono istintivamente e naturalmente per contrapporsi alle infinite e cedevoli ripetizioni che si lasciano dimenticare in un secondo. E' in questa matrioska del tempo che ama rinchiudersi ciò che spesso viene chiamato destino."
Il giornalista Dan Geraldo che deve riabilitare la sua reputazione di reporter, si affida alla guida Pablito per realizzare un servizio-scoop su una misteriosa tribù che vive in mezzo alla foresta pluviale.
Una mitica creatura dalla lunga coda, mai avvistata fino ad allora, diventerà inaspettatamente l'obiettivo di una fondamentale missione.
Produzione Franco-Belga. Dei film francesi mi mancava un genere: quello demenziale, non potevo farmelo scappare. Demenziale non significa stupido o demente, anzi, presuppone invece molta intelligenza ironica.
Le trait d'union del cinema francese è davvero la naturalezza e la freschezza con cui qualunque cosa viene portata sulla scena senza risultare improbabile o fuori misura. E qui è praticamente folle tutto, ma non ce ne si scompone affatto.
Non rientra tra i film da vedere assolutamente al cinema, cioè non perderebbe nulla anche visto dal divano di casa, ma rientra in quei film che ti fanno sgorgare schiette risate. Non è mica cosa da poco! E' stato bello autosentirmi ridere, perché era tanto che non mi sentivo ridere così e poi perché nel cinema eravamo in quattro cristiani quattro di numero, tutto quello spazio dedicato alle tue emozioni le fa sentire lusingate.
La scena in cui un chihuahua realizza i suoi sogni erotici con l'orecchio di Pablito rimarrà tra quelle scene che quando le ripenserò riderò da sola come una psicopatica. E' così stupendamente cerebrolabile da sfiorare la perfezione del genio.
Che fortuna che anch'io ho una creatura snodata da marsupilarmi!
Natale con i tuoi Pasqua con chi vuoi. Per me è stata Pasqua con i tuoi, che poi coincideva con il chi vuoi.
Primo pomeriggio a casa della zia, special guests mio cuginetto Simone e i suoi cuginetti Elisa e Lorenzo.
Quanto un uovo di cioccolato può far felice un bimbo! Lui è abituato alle uova delle sue galline, quelle non hanno dentro macchinine e quant'altro.
Espletata l'apertura, noi bambini abbiamo deciso di non rompere le uova nel paniere agli adulti e andarcene a fare una passeggiata in campagna.
La campestre combriccola: Diana 30, Lorenzo 9, Elisa 4, Simone 3.
Devo dire che ne ho avuto una certa soddisfazione quando nonostante gli spasmi muscolari dopo la camminata portandoli a turno a cavalluccio, li ho stracciati tutti a "l'orologio di Milano fa tic tac" e "strega tocca color". Eh...niente da fare, l'esperienza è fondamentale per fare un buon giocatore.
Chissà perché per i bambini non è lo starnuto quello contagioso, ma la pipì. "Truppa, organizziamoci: Lorenzo per favore aiuta Simone, io accompagno Elisa nel bagno delle donne qui dietro al pioppo"
Ci salutiamo, io e Simone ci sbaciucchiamo. Sto per salire in macchina. Elisa mi chiama, le chiedo cosa c'è. Viene vicino e sottovoce mi dice: "posso darti un bacio anch'io?". Mi sono sciolta come un cioccolatino a bagnomaria. "Scusa stellina! io non te l'ho dato solo perché pensavo non lo volessi, certo che puoi darmi un bacio, io posso dartene due?"
Ritornata dai miei nonni ho visto che stava rientrando a casa sua anche Gina (post: Enea). Le sono andata incontro. Lei mi dice che arrivava dal cimitero. Fa per darmi i due baci di rito. Io non ho l'abitudine di darli manco in situazioni normali, figuriamoci in quelle particolari. Forse sono stata invadente, ma l'ho abbracciata. Volevo abbracciarla.