venerdì 24 maggio 2013

Men at work



Da qualche giorno nel palazzo di fronte al mio ci sono lavori in corso in un appartamento. I nuovi inquilini potrebbero essere Filippini o Cingalesi. Avrei anche un binocolo per accertarmi dell’origine, ma direi che non è il caso di usarlo.

Stanno smantellando completamente  l’abitazione per rimetterla a nuovo e ogni tanto li osservo all’opera. E’ un piacere guardarli, e non perché ci sia qualche pettorale sudato in tensione, anche perché non tolgono mai la maglietta né alcuno di loro si improvvisa mai California dream men,  ma proprio per come lavorano.

Hanno una carrucola con cestello con cui trasportare le macerie fino giù in cortile. Quando le mettono nel contenitore, non lo fanno sbattendole rumorosamente alla cazzo di cane (ma perché è nato sto detto?), le posano piano e in più hanno tappezzato la ringhiera del balcone con del cartone per evitare cadute impreviste di calcinacci. In cortile il mucchio cresce ma rimangono sempre ammucchiate ordinatamente perché a turno c’è sempre qualcuno che le raduna e con la mazzetta le frantuma così accuratamente che ci si potrebbero ricavare le tessere per un mosaico.

Il camioncino di cui si servono per portarle via, non lo fanno stazionare in cortile ingombrando il passaggio, della serie: “ minghia siggnora, qua stiamo lavorando non vede?! Proprio adesso deve passare per andare a partorire? Stringa le gambe ancora per un po’ ”
Lo portano solo al momento effettivo del carico e uno di loro, da sopra il cassone, le bagna per non far polvere.

Non si sentono urla, fischi, strepiti, lavorano facendo il meno rumore possibile. Sono veramente attenti a  creare il minimo disagio per gli altri.

Questo è uno di quei casi in cui dagli stranieri c’è solo da imparare, ancor più che dimostrano un tale rispetto e una tale scrupolosità proprio laddove non ce lo si aspetterebbe nemmeno.

1 commento:

  1. Probabilmente lavorano senza permesso e fanno piano per non essere scoperti...

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