sabato 21 settembre 2013

Ti amo ma posso spiegarti


Non voglio sentire ragioni, s'ha da leggere!
Perché non è facile spiegare un libro che: "Una volta, quando mi dicevano che 'sta roba non è poesia, rispondevo che anche Montale andava un sacco a capo.
Non funzionava.
Poi mi sono convinto che non è poesia.
Più che altro mi ha convinto il mio commercialista.
Qui dentro ci sono 47* cose andate molto a capo
Con tutta probabilità è poesia.
Secondo me spacca."

Questo libro parrebbe scritto durante una conference call mente-penna in bagno, ché è un luogo in cui si partoriscono cose di getto, ma dopo complessi e celati iter metabolici.

Si parla d'amore, che a volte è senza rime, arruffato, quella folata che ti spettina i capelli e volar via il cappello, che ti fa camminare avvolgendoti stretto nei tuoi abiti o ti fa annusare l'aria come un segugio che capta qualcosa di singolare e stimolante. 47 frammenti di ordinaria follia e\o magia, senza dimenticare mai che è tutto un gioco, il più serio che esista.

Godetevene un antipasto e accattatevillo.
cosa succede
cosa succede quando ti guardo cosa succede?
cosa succede quando mi parli?
perché sorrido, cosa succede?
cosa succede quando ti parlo quando ti dico tutte le cose cosa
succede se ti avvicini se mi avvicino cosa succede quando mi
tocchi quando succede cosa succede se ti baciassi cosa succede
se mi baciassi se ti spogliassi se mi spogliassi se ti facessi tutte le cose
cosa succede se mi facessi cosa succede con le tue mani con le tue labbra
con il tuo odore con la mia barba con il sudore coi nostri corpi con i sospiri
con i tuoi occhi con le mie labbra coi tuoi capelli con il mio cazzo con il tuo seno
cosa succede con la tua lingua con la mia schiena con le tue unghie coi nostri corpi

cosa succede quando ti guardo
perché sorrido?

il bloccone
eravamo, io Dio, Gesù e lo Spirito Santo
no
già fatto
allora:
eravamo io Ian e Bob
no, minchia, già scritto
dunque:
eravamo io, Eimuntas Nekrosius e il mio commercialista
no
calma
calma e gesso
ecco:
eravamo io, calma e gesso
no
fa schifo

ah
certo
se tu fossi un puffo tu saresti il puffo stronzo
bella!
forte!
già sentita?

mannaggia la morte

d’amore
vai con l’amore
vai con l’amore vai!
vai

tre, due, uno

quanto t’amo secondo te, quanto?
in chili, quanto t’amo?
in cristomadonna?
madonnadio
cosa succede?

rilassati
respira
flessioni, fai delle flessioni
piegamenti
un bicchier d’acqua

ecco ecco ecco
senti questa:

silvia, rimembri ancor
quel tempo della tua vita mortale
quando beltà splendea

che incipit
che incipittone
che incipittonazzo

un cazzo
mamma mia
mamma mia
mammaiuto
aiutomamma

metti una musica fica
Lynyrd Skynyrd
tutto volume

respiro respirone sigarettina concentrazione

ho il bloccone
questo è il bloccone
sapevo che sarebbe arrivato il bloccone
il bloccone di merda

culo
ecco
via di parole che fanno ridere
culo culo
culo pisello culo
sblocca con le parole che fanno ridere
bloccone di merda non mi avrai
segugio infernale bloccoso dell’infamia collettiva e infingarda schifosa li mortacci tua

il vento mi scompiglia le ascelle fa volare nell’aria il mio odore
eh?

sono fottuto
doveva arrivare prima o poi
speravo poi
è successo prima
il bloccone di merda

culo culo tette
rutto
sega

tanto posso andare avanti così per giorni

calippo sucarello!
CALIPPO SUCARELLO

eh
chennedici?
bloccone schifoso che ne dici?

calippo sucarello vuol dire che son sbloccato, no?
no?

no

baci
ecco sì
con i baci scasso
un, due, tre

ti baciai nella speranza del vento e vidi la mia anima nel dentro
dei tuoi occhi di donna nel vento
dentro di me
dentro
poi
sussurri di uccello della mia anima
con tutti gli alberi e le fronde e
il sole che tramonta
oltre l’uccello
in quanto
la speranza del volo dell’uccello
che spera nell’ineluttabilità del domani
spera che le sue ali
lo tengano su
se no
si sdruma

eh?
ci siamo
quasi
un po’
no
non ci siamo

è il bloccone di merda ragazzi

potrei chiamare il 118
dire:
- venite, scusate ho un blocco
- intestinale?
- no, cazzo, più su
- gastrico?
- ma no
- cardiaco?
- no, cervello
- come cervello?
- non riesco a scrivere la poesia potete venire con l’ambulanza?
- vaffanculo!

vedi
quando il bloccone giunge
tu sei solo
nessuno
ti può aiutare

sei tu e il tuo bloccone
tu e il tuo bloccone di merda
nella solitudine del blocco

è un duello all’ultimo sangue
tra te e il tuo bloccone
la tua mamma non ti può aiutare
i tuoi amici non ti possono aiutare
il tuo medico della mutua non ti può aiutare
la tua innamorata non ti può aiutare
il tuo confessore non ti può aiutare
il tuo elettrauto di fiducia non ti può aiutare
il tuo avvocato non ti può aiutare
il signor’ iddio non ti può aiutare
sarà un duello all’ultimo sangue

domani all’alba, bloccone maledetto
sul ponte
quello che scavalla il fiume
io e te, soli
affila i tuoi denti

ti impalerò con la mia bic nera
quella col tappo verde

non ebbi la prontezza
ho provato a scrivere una poesia che ti scioccasse
e non ce l’ho fatta
ho provato a scrivere una poesia che ti eccitasse
e non ce l’ho fatta
ho provato a scrivere una poesia che ti
spaventasse, una che ti commuovesse, una
che ti rallegrasse, una che ti immalinconisse, una
che ti ringalluzzisse, una che ti allarmasse, una che ti
sconquassasse, una che ti ammansisse una che ti perplimesse
una che ti innamorasse
e non
ce l’ho
fatta

il fatto fu
che tu
non tenevi sensibilità di donna umana
eri una ragazza strana
eri una donna di vegetale
eri come un albero di femmina
eri come un fiore di campo
eri come un filo di erba
eri come pianta di vaso
eri come un carciofo spinoso
eri come un’ orchidea spaventosa
eri come un fagiolo borlotto
eri come un cespuglio arricciato
eri come una pannocchia, un pisello, una liana
un fungo, un fico

non ebbi la prontezza
di capire che
con te sarebbe stata sufficiente
un po’ di tenerezza
ed un annaffiatoio

infatti ti seccasti
diventasti
fogliolina secca
secca fogliolina

che una mattina
il vento

si portò

ragazza dai capelli disastrosi (dialogo auspicabile #4)
“cos’hanno i miei capelli scusa?”
“ma li hai visti?”

“ce li ho in testa, li vedo tutti i giorni”
“e non trovi che siano catastrofici?”

“ma cosa sei, un parrucchiere?”
“no”

“e allora cosa vuoi?”
“volevo solo fare un po’ di conversazione”

“insultandomi?”
“ma sono naturali quei ricci?”

“e se te ne andassi a fare in culo?”
“perché sei così aggressiva?”

“tu hai dei problemi”
“tu usi tecniche di seduzione tricologiche”

“e che c’è di male?
“
“nulla, posso affondare le mie mani nei tuoi riccioli apparentemente naturali?”

“no”
“posso annusarli?”

“i miei riccioli sono naturali”
“mi ricordi Frieda”

“e chi è?”
“un’amica di Linus van Pelt”

“non me la ricordo”
“è un personaggio minore, è quella che nomina in continuazione i suoi riccioli naturali”

“e tu mi ricordi Pig-Pen”
“quello sporco?”

“sì”
“lo dici solo perché sei arrabbiata”

“tu mi hai fatto arrabbiare”
“adesso rimedio”

“rimedia”
“a prescindere dalla naturalezza dei tuoi riccioli – della qual cosa io ancora un poco dubito – volevo tu sapessi che ho usato la parola ‘disastrosi’ con un’accezione positiva, non considero la tua chioma brutta o sciupata ma una delle sette meraviglie del mondo conosciuto, posto che le meraviglie del mondo conosciuto siano veramente sette – dobbiamo andare a controllare – mi sembra che siano, tra l’altro, privi di doppie punte, molto luminosi e certamente fragrantissimi anche se non ho avuto modo di testarli a livello tattile né olfattivo. Per concludere vorrei che tu capissi che ciò che suscita meraviglia e desiderio può senz’altro portare alla catastrofe colui il quale non riesca a ottenere l’oggetto delle sue brame”

“comunque i miei riccioli sono naturali”
“va bene, Frieda, ci credo”

“Pig-Pen è un ottimo ballerino”
“ti passo a prendere alle nove”

“festa danzante?”
“sì”

“in auto?”
“in tram”

“ok”
“non fare la follia di legarli”

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