Le coppie innamorate sono sempre un bel vedere, di quelle cose che ti riappacificano col mondo infame. Ah l'amour... che nel bacio ha il suo apostrofo rosa. Chi si bacia in pubblico, anche nel grigio cittadino, è come se fosse ammantato da una bolla di big babol, qualcosa simil bordino HIV.
Non puoi non notarla, anche solo per un attimo, una coppia abbandonata in un bacio voluttuoso. Certamente i baci non sono tutti uguali, alcuni sarebbero da immortalare, altri, scarrafoni belli solo ammammasoie.
Uscita della metropolitana, appoggiati poco più in là dei tornelli due adolescenti ci vanno giù duro, masseteri che lavorano, mani avvinghiate alle maniglie dell'amore, lingue che spennellano meglio del pennello Cinghiale.
Effettivamente la location scelta non era delle migliori, meglio chessò, una panchina al parco, oppure: ma non ce l'avete una casa? Nemmeno un poster dell'ultimo film di Federico Moccia a fargli da sfondo, o gli pseudovolotari di Amnesty International che almeno avrebbero potuto appendere al panettone di lei il cartello: fate l'amore non fate la guerra e, possibilmente, mangiate meno grassi saturi.
Ti stai dicendo che con l'età sei diventata bacchettona, che si bacino come e dove gli pare, le cose che sarebbe meglio non vedere sono ben altre, pensi alla poesia di Prévert, i ragazzi che si amano si baciano in piedi e compagnia bella, poi lo squarcio nella coltre di zucchero filato: lui continuando a scambiare amilasi salivare apre un occhio, quello lasciato libero dal viso di lei.
E in un secondo i mini pony che volavano sugli arcobaleni saltano in aria come piattelli, impallinati dall'occhio bionico del Terminator.
Abbasso istintivamente la testa e fuggo, ad avvertire Sarah Connors di mettersi in salvo.
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