Premio 2014 "Ma mi faccia il piacere" vinto oggi in via Genova Torino.
Che loro ti puntano, ma anche tu li riconosci lontano un miglio, o perlomeno lontano quanto i tuoi decimi te lo consentono, cerchi di batterli sul tempo prima che ti raggiungano, gettandoti sotto le grate di un tombino, inscenando telefonate immaginarie dal tono rigorosamente incazzato, bendandoti alla bellemeglio coi kleenex che hai in borsa e dichiarando: attenzione ho la lebbra e non ho paura di usarla.
Insomma tutto, fuorché essere abbordato dai flebotomi del portafoglio, i personaggi più sgraditi dopo Darth Vader, quelli che piuttosto di starli a sentire ti coleresti catrame fuso nelle orecchie: i tizi che per strada ti chiedono un'offerta.
Veniva nella mia direzione, sapevo che voleva qualcosa perché mi fissava sorridendo, però non aveva l'aria da iena ridens, era più trasognata, da figlio dei fiori o da uno che ha ancora l'effetto dell'anestesia del dentista. Un ragazzo giovane, vent'anni o giù di lì. Ero persin curiosa.
"Buongiorno, mi sono appena trasferito, conosco poco la città e mi chiedevo se lei volesse aiutarmi con le spese"
Poi è partito con una tiritera su non so cosa perché passava un'ambulanza e sentivo solo che parlava con duecento battute al minuto. Una figata: questo candidamente chiedeva dei soldi perché non aveva voglia di fare un cazzo, manco la fatica di inventarsi un'associazione\club\iniziativa per cui li stava raccogliendo, e la cosa mi faceva veramente sorridere per la piacevole schiettezza e con la sirena non ho capito un cazzo di cosa mi ha detto dopo, ma così sembrava di ascoltare un grammelot che manco Dario Fo.
Cioè, è finita che: "Guarda, penso che la sincerità in qualche modo andrebbe sempre premiata, te li avrei anche dati due centesimi rappresentativi, era tutto perfetto, solo non mi avessi sputazzato sul braccio mentre parlavi... facci attenzione la prossima volta, ciao".
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