sabato 4 febbraio 2012

Libri mes amours

Era da anni che non mi capitava di leggere un libro proprio tutto d'un fiato. Ne leggo, tanti, dal romanzo d'introspezione al trattato sui lupi dell'Alaska ma non in maniera compulsiva, mi appassiono, ma non mi innamoro. E' la quinta volta che mi ricapita.

La prima quando facevo le elementari, con "La spada nella roccia". A scuola ci facevano scegliere un libro e avevamo tempo 1 mese per leggerlo, quello l'avevo riportato il giorno dopo e la maestra Giusy mi aveva interrogato sulla trama, personaggi, ecc, perché non ci credeva.

Me lo ricordo pesante e spesso tra le mie manine, e poi i disegni meravigliosi che facevano volare la mia fantasia. Finiti i compiti tutti i bimbi del mio quartiere si ritrovavano nel grosso prato davanti casa a giocare, io avevo rinunciato perché affondata nella poltrona del salotto stavo vivendo avventure molto più coinvolgenti, con Semola e Merlino e mi trasformavo in scoiattolo e poi in pesciolino e poi in Maga Magò e non c'è da scherzarci perchè di lei mi sono rimasti i capelli!

La seconda volta ero al mare, su per giù a 12 anni. Mia cugina più grande mi aveva passato "Dolores Claiborne" di Stephen King. Quello si che era spesso! Sono tornata dal mare senza aver sintetizzato vitamina D, rintanata sul camper a leggere, il sole mi stancava la vista. Si, son cose preoccupanti a 12anni certi comportamenti. Fortunatamente non ho sviluppato un atteggiamento antisociale come Leopardi, anche perchè poi avrei dovuto amare un Silvio e usare per i miei componimenti poetici lo pseudonimo Ruby!

La terza quando nell'adolescenza ho letto "Il settimo papiro" di Wilbur Smith. Ambientato nell'Egitto dei faraoni. Mi ero detta: "vediamo cosa hanno di tanto bello 'sti libri da fenomeno di massa. La storia degli Egizi mi ha sempre appassionato a scuola, proviamo". E' finita che quando era uscito il film c'erano tre videoregistratori diversi al lavoro.

La quarta è più recente, qualche anno fa, "E nel cuore un leone" di Kobie Kruger, la moglie di un guardiaparco del Kruger National Park in Sudafrica. La narrazione della loro vita lì e la più bella storia d'amore tra un leone e degli esseri umani, nonchè il primo libro che mi ha fatto commuovere fino alle lacrime e provare il mal d'Africa senza nemmeno esserci stata.

Ho terminato oggi "La cattedrale del mare" di Ildefonso Falcones. 600 pagine, bevute in 3giorni, di notte sotto le coperte, in metro, scegliendo di non uscire con fittizia scusa maltempo. Non un libro, un film, ambientato nella Barcellona del XIV secolo. Mi entusiasma ciò che riguarda epoche storiche passate, il Medioevo ha poi un fascino particolare per me e qui la ricostruzione è molto fedele, e la vicenda è più trascinante di Beautiful e Dallas messi insieme!

Di certo non ho citato libri come Guerra e Pace o La Metamorfosi, ma, per quanto mi riguarda, per portarmi con sè legata mani e piedi e cuore, un libro deve farmi entrare in una favola. Sono quelle che mettono le ali ai pensieri estraniandoli da tutto.

Se esistessero ancora i cantastorie ne vorrei uno tutto per me.
Mi distenderei e gli sussurrerei: "raccontami una storia..." socchiuderei gli occhi e scomparirebbe tutto intorno.



venerdì 3 febbraio 2012

Brigitte Bardot

Io ho un'amica direttamente presa in prestito dalla Dolce Vita (non la maglia).

Puoi andare da lei per giusto due chiacchiere tra donne in una giornata del piffero e ritrovarti rasserenata, alle 3 del pomeriggio, a sorseggiare un calice di Chardonnay accompagnato da uno stuzzichino.

Oppure, come adesso, avere i piedi bagnati e intirizziti perché le scarpe non erano proprio quelle adatte a fare da spazzaneve intorno all'auto per liberarla, arrivare in casa sua e chiederle delle ciabattine.

Va bene tutto, anche dei sandali di saggina intrecciati, qualsiasi cosa meglio di quei pezzi di ghiaccio. Poi si è tra amiche, non si bada certo alle apparenze!

E lei arriva con le prime scarpe che trova...
Ti voglio bene mia Brigitte Bardot

giovedì 2 febbraio 2012

Semplicità

La Natura fa delle cose meravigliose, si sa. E così si può restare ad osservare imbambolati anche una piccola stalattite, seguendo la goccia d'acqua che percorre dall'interno la cannula e arriva ad accrescerla.

Se siete in città meglio non soffermarsi troppo, o farlo celatamente, alcuni potrebbero non capire questo tipo di interesse e guardarvi in maniera interrogativa.
Buona giornata a tutti gli speleologi delle cose piccole e belle

Non vietato l'accesso

Quando la strada è deserta, di notte, non resisto a non camminarci in mezzo, a poco vale il consiglio di togliermi da lì.
Non può capitare nulla, non c'è nessuno, posso camminare mettendo un piede davanti all'altro, fare finta di ballare un tango, l'accordo con il buio è che per qualche attimo la strada sia soltanto mia.

Le mie preferite sono le strade dritte e lunghe, la stessa linea di quelle che  si tracciano ponendo il punto di fuga distante. Ne nasce un triangolo con la base larga e i due cateti lunghi lunghi che arrivano poi vicinissimi fino al vertice.

Il triangolo è una figura contemplativa e magica... (si, effettivamente tutto ciò che mi sta venendo in mente, a cui questa forma rimanda, lo è...)
Con la neve mi sembra di essere in una di quelle palle di vetro che non si resiste a non scuoterle, dove quel piccolo mondo all'interno è incorrotto e intatto.
I fiocchi appena si posano sul viso si sciolgono. Labbra e guance rosse